PHOTO CREDIT · motorsport.com
Gallerie del vento, Ferrari e Haas sotto accusa: la Fia chiarisce le regole sulle squadre satellite
lunedì 30 novembre 2015 · Regolamenti
tempo di lettura: 2 minuti
La bomba l’ha lanciata Mercedes nel paddock di Abu Dhabi sabato mattina, ha depositato una richiesta di chiarimento in merito alla collaborazione tra Ferrari e Haas. Non è la prima volta che il dibattito s’accende sul tema delle forme di collaborazione con le squadre satellite. Se n’era discusso a Montecarlo, la Fia aveva indetto un’ispezione, aveva inviato Marcin Budkowski a Maranello, alla fine aveva archiviato senza riscontrare illecito.
Stoccarda l’ascia di guerra comunque non l’ha mai sotterrata. Insomma è rimasto il sospetto che Maranello abbia impiegato e stia ancora impiegando il team di Gene Haas per migliorare la monoposto e aggirare la regolamentazione che contingenta le risorse da destinare allo sviluppo in galleria del vento. Tecnici che fanno la spola tra Maranello e Kannapolis, dati trasferiti, tecnologie condivise, eccetera.
Lo diceva pure Andy Green di Force India: “Potrebbe darsi che ci siano ingegneri che fanno 50 ore in galleria del vento, 25 per una squadra e 25 per un’altra. E anche se i risultati non vengono condivisi, quello che s’impara ormai è imparato, per cui effettivamente bisogna capire fino a dove bisogna spingersi”.
La forma dell’esposto è la solita, quella che in Formula 1 si usa più spesso: informarsi sulla legalità di certe azioni, ufficialmente con lo scopo di attuarle, implicitamente sibilando un’accusa.
Il nesso con il caso della Ferrari infatti non è esplicito, Toto Wolff diceva: “Non ci riferiamo a nessuno in particolare, cerchiamo solo delle risposte che non sono state ancora fornite con chiarezza dalla Fia. E credo che tutti abbiano diritto di capire qual è la situazione”. Anche perché se davvero per il 2017 è destinata a passare la riforma dell’aerodinamica, Mercedes ha bisogno di partner per sviluppare le nuove soluzioni, quindi può pensare di farsi un team cliente a cui delegare una parte dei test.
La Fia ha voluto sentire tutte le squadre, le ha convocate in riunione straordinaria dopo le qualifiche di fronte a Charlie Whiting. Alla fine ha ribadito che non ci sono prove per ritenere che qualcuno non abbia rispettato il regolamento “per come era interpretato prima”. Ovvero: d’ora in poi il principio resta lo stesso, ma l’applicazione si fa più rigida, perché chiunque venga ammesso al mondiale si considera già iscritto fin dal giorno dell’approvazione della domanda.
In sostanza è esattamente quello che Mercedes voleva sentirsi rispondere. Anche se il chiarimento arriva tardi, perché la Ferrari per tutto il campionato ha potuto rendicontare le ore di sviluppo al team Haas grazie a quella zona grigia in cui ogni new-entry non era ufficialmente inquadrata finché la Fia non avesse pubblicato la lista degli iscritti.