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Storia del Gran Premio del Messico: la morte di Rodriguez, i titoli di Surtees, Hulme e Hill

venerdì 30 ottobre 2015 · Amarcord
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Ci sono voluti 50 milioni di dollari per aggiornare la pista, non c’è più la Peraltada che nel 1991 s’era opposta a Senna nelle prove del venerdì e l’aveva fatto capottare con la McLaren. Ad ogni modo, resta intatto il fascino della tappa. Il Messico si ricongiunge con la Formula 1, Mansell conserva “ricordi straordinari. La gente, l’energia, il circuito”. Questa la storia minima del Gran Premio che ha assegnato i titoli e ha ucciso Rodriguez.

1962. Il Gran Premio non è inserito nel calendario ufficiale, Ferrari non vuole correrlo. È deciso ad andarci invece Ricardo Rodriguez per gareggiare nella città dov’è nato vent’anni prima, per cui si smarca dal Cavallino, firma con Rob Walker e si procura una Lotus. Muore il giorno delle prime prove libere, sbaglia la valutazione alla Peraltada per rispondere a Surtees che sulla stessa macchina è andato più forte.

1964. Ligio agli ordini, Bandini lascia il secondo posto a Surtees che nel 1964 vince il mondiale con la Ferrari per un punto su Graham Hill che proprio da Bandini rimedia un colpo su uno scarico. La partita comunque si decide all’ultimo giro, quando Clark non completa il passaggio e si classifica quinto.

1967. Nel suo team, Brabham soccombe a Hulme che si assicura l’alloro con il terzo posto e poi esce di squadra per l’oltraggio della sfida al patron. Chris Amon appunta: “Già non si parlavano molto. Quelle che erano conversazioni limitate finirono per sparire del tutto”.

1968. Graham Hill, Jackie Stewart e Denny Hulme si giocano il campionato al rush finale. Stewart arretra perché la pompa della benzina non pesca; Hulme fa solo dieci giri perché cedono le sospensioni. La spunta Hill che riscuote dalla Lotus diecimila sterline di bonus sull’onorario.

1986. Berger su Benetton batte Prost e l’influenza. È il suo primo successo in Formula 1. Il contributo delle gomme è lampante: le Pirelli s’usurano meno delle Goodyear, la squadra tenendo conto della ripartizione delle curve monta le mescole dure a sinistra e le morbide a destra, non deve cambiarle e non fa soste.

1990. Prost assesta un pugno da ko: parte tredicesimo e vince con 25 secondi su Mansell, i meccanici della rossa fanno il miracolo la notte dopo le qualifiche. Senna si condanna da solo perché non cambia le gomme e le distrugge. Mansell al penultimo giro all’esterno della Peraltada realizza ai danni di Berger quel sorpasso leggendario che nel 2015 gli vale l’intitolazione della curva.

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