PHOTO CREDIT · Sauber F1 Team

Stampa 3D in Formula 1: un giorno i ricambi si produrranno direttamente in pista

venerdì 2 ottobre 2015 · Tecnica
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Nel linguaggio scientifico si chiamano tecniche additive di fabbricazione. In quello commerciale, più semplicemente, vanno sotto la voce di stampa 3D. Hanno una prospettiva di crescita vastissima, rappresentano il futuro dell’industria e dello sviluppo dei prodotti personalizzati nei campi più svariati: sport, medicina, tempo libero. E promettono bene anche in Formula 1.

Il principio è elementare, si parte da un file cad e si ricostruisce un oggetto in tre dimensioni, strato dopo strato, in geometrie complesse che le tecnologie tradizionali, per asportazione o per formatura, difficilmente sono in grado di ottenere. “L’intenzione – rivela il sito della Red Bull – è arrivare a stampare un’ala nuova direttamente in pista in caso di danno o incidente”.

Per dire: sabato Kvyat a Suzuka ha demolito un telaio, il team ha dovuto assemblarlo daccapo. Non sempre è fattibile perché per alcuni elementi non si portano ricambi. Di qui l’idea di un piccolo laboratorio itinerante per alleggerire le spedizioni e farsi i componenti in circuito, eventualmente modificandone le forme attraverso la rielaborazione del file sorgente. Non a caso, lo chiamano rapid manufacturing.

Il punto è che oggi gli elementi delle scocche, ali, alette e appendici di una macchina di Formula 1 sono tutti in fibra di carbonio, si fabbricano in autoclave in sede. Il limite principale delle tecnologie correnti di stampa 3D sta proprio qui: i polimeri sono troppo specifici e ancora “non assicurano – spiega la McLaren alla Cnn – la stessa rigidezza o la stessa leggerezza della fibra di carbonio”. Ammesso che le stampanti siano effettivamente in grado di ricostruire un’ala nell’arco di 24 ore.

È per questi motivi che allo stato attuale nel circo dei motori la stampa 3D resta confinata all’accezione di prototipazione, limitatamente a quei prototipi funzionali – rigorosamente in scala al 60% per via del regolamento tecnico – per i test aerodinamici in galleria del vento prima della produzione su volumi più ampia.

Fin qui il discorso relativo all’ambito plastico. Sul versante metallico invece il futuro è già arrivato perché nei top team la sinterizzazione laser additiva di polvere è una realtà consolidata da almeno dieci anni, flessibile per varietà di geometrie e rapidità di modifica del progetto, con il beneficio supplementare di consegnare un prodotto con le stesse caratteristiche meccaniche e fisiche di un suo parente massivo.

Anche in questo caso è la sede che se ne occupa. Per spostare il processo in pista nessuno è pronto ancora. Ma nel 2011 correva voce che la Red Bull si portasse dietro ogni Gran Premio due macchine di prototipazione. Che nessuno ha visto mai.

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