Paranoie e complotti: l’ultimo scivolone di Mazzoni nella telecronaca di Budapest

lunedì 27 luglio 2015 · Gran Premi
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Lagnoso e fazioso: “Scrivete alla Fom”. È una furia Gianfranco Mazzoni nella telecronaca del Gran Premio d’Ungheria su RaiSport, sostiene sia “vergognoso” e “scandaloso” che Vettel e Raikkonen sulle Ferrari non abbiano inquadrature, svela che c’è un diktat ufficiale per oscurare la rossa, “per dissidi tra Bernie Ecclestone e la dirigenza del Cavallino”.

C’è un precedente, il caso della Force India al Gran Premio del Bahrain del 2012. Secondo i media inglesi le macchine di Mallya in qualifica vengono ignorate dalla regia internazionale, pare una vendetta di Ecclestone, una specie di compensazione a danno della squadra che s’è conquistata risonanza sui media a valle della decisione di saltare le prove libere del venerdì pomeriggio per rientrare in anticipo in albergo col timore di capitare nei disordini di piazza.

La verità non s’è mai saputa, ma là effettivamente le macchine di Hulkenberg e di Resta non si vedono nemmeno sabato mattina nelle ultime prove libere, quando la regia teoricamente ha più margine per distribuire le inquadrature su tutte le squadre.

È diversa la faccenda di Budapest perché nel primo stint, quando Mazzoni urla al complotto dello “sgarbo agli sponsor”, le Ferrari gareggiano praticamente da sole nel vuoto mentre tutta l’azione è dietro. Soprattutto c’è Hamilton in rimonta dopo il fuoripista del primo giro.

Cronista schierato, tifoso indefesso, Mazzoni già nel 2009 se la prendeva con la Fom che a suo dire non dava visibilità alle rosse perché la Ferrari aveva “tradito il regime di Mosley” e veniva punita. Anche all’epoca erano gli altri che mettevano in scena lo spettacolo. E la regia di conseguenza faceva delle scelte. Giustissime.

Alla fine in qualche modo il paladino imperfetto corregge il tiro, sempre in diretta precisa che il suo è solamente un riferimento a “un dato particolare, una voce”. E aggiunge: “Noi non vogliamo credere che sia vero però i dati, lo potete vedere pure voi, sono questi”.

Ecclestone smentisce. Promette: “Mi riguarderò con calma la registrazione”. Pure Arrivabene si smarca: “Stupidaggini. È normale che se due macchine vanno in fuga, la regia inquadri quelle dietro“. Ma di fronte alle paranoie, il web comunque s’è spaccato. Qualcuno s’è indignato, s’è convinto che davvero ci fosse del marcio.

E qui si apre una riflessione ancora più profonda, alla luce dei tweet che si allineano alla teoria della cospirazione, a dimostrazione che spegnere il cervello è la strategia più facile per non farsi domande. Nello sport come nella cronaca e nella politica. Per cui povera Italia, poverissima Italia.

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