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Se il Gran Premio diventa un’avventura: le tre edizioni più matte a Montecarlo
mercoledì 20 maggio 2015 · Amarcord
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Niente è come Monaco, niente vale come Monaco. Possono mettere doppi e tripli punti altrove, Montecarlo è la gara che tutti vogliono vincere, quella dove rischio, anacronismo, pioggia, incidenti, sbagli e abbagli hanno rovesciato l’ordine delle forze e generato spettacolo.
1984. A Santa Devota si scontrano le due Renault di Warwick e Tambay. Le sospensioni trafiggono la scocca: Tambay viene ricoverato con fratture alle gambe. Senna parte tredicesimo con la Toleman, si arrampica fino al secondo posto e va a minacciare la leadership di Prost che allora al giro 31 chiede e ottiene da Ickx la bandiera rossa per avverse condizioni meteo. A Ickx la Fia non farà mai più dirigere una gara. Il punteggio è dimezzato perché la corsa non supera il 75% della distanza totale, per cui Prost prende solamente quattro punti e mezzo anziché nove. Ne avrebbe presi sei con la seconda piazza, magari dietro a Senna, sulla distanza regolamentare. Quell’anno perde il titolo per mezzo punto contro Lauda.
1996. Arrivano solamente in tre al traguardo. Schumacher non completa neanche un giro e si schianta al Portier, Hill rompe il motore, Alesi un ammortizzatore; Irvine viene travolto da Hakkinen e Salo. Vince Olivier Panis con la Ligier: “Mi ricorderò per tutta la vita le sirene delle navi nel giro d’onore”. Ma nemmeno lui è perfetto perché rischia due volte di andare ko, prima nel duello con in Irvine e poi per testacoda alla chicane del porto.
2004. Non piove, ma il caos c’è comunque. Al via Fisichella nel fumo del motore di Sato non vede Coulthard e si ribalta sul guardrail. Non è l’unico incidente della giornata: Alonso va a muro nel tunnel mentre doppia Ralf Schumacher. L’altro Schumi, quello grande, scalda i freni alle spalle della safety car e viene malamente tamponato da Montoya, si schianta e torna ai box su tre ruote. Trulli parte dalla pole, stringe i denti nel duello finale con la Bar di Button e vince dopo 117 corse e sette anni di carriera.