Disordine e incoerenza: il dramma della Formula 1 nelle mani del Gruppo Strategia
sabato 16 maggio 2015 · Regolamenti
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Si tratta solo di proposte, devono ancora arrivare davanti alla Commissione F1 e poi, eventualmente, davanti al Consiglio Mondiale. Può darsi che non passino mai l’esame definitivo, ma intanto rappresentano la conferma del disordine e dell’incoerenza che governano la Formula 1 a tutti i livelli.
Perché una volta si poteva pure buttare la croce addosso a Ecclestone e alla Fia. Oggi no, perché nel Gruppo Strategia convergono anche le squadre, quelle più grandi, quelle che alla Formula 1 hanno giurato fedeltà e che più delle altre sono tenute alla salvaguardia del giocattolo.
Dice la Fia che l’incontro di Beggin Hill è stato “costruttivo”. Insomma l’intesa c’è. Trasversale su diversi punti: la possibilità che siano le squadre e non Pirelli a scegliere le due mescole ogni weekend, il ritorno ai rifornimenti e l’attuazione di una serie di misure per abbassare i tempi sul giro di almeno cinque secondi.
Sarebbe una virata poderosa, ma le incongruenze sono parecchie. La libera scelta delle mescole, innanzitutto: Hembery ne parlava a Barcellona, la definiva una prospettiva “incauta che potrebbe portare a un problema di sicurezza”. Un’esagerazione, forse. Il punto è che il Gruppo Strategia delibera una linea che Pirelli non è disposta a seguire.
Inspiegabile anche la retromarcia sui rifornimenti: la Fia nel 2010 s’era battuta per cancellarli, “per risparmiare sul trasporto degli equipaggiamenti e dare ai motoristi un incentivo per migliorare l’efficienza”. Oggi li ripesca, le finanze sono ancora più nere, i valori di fuel economy non sono tramontati.
Infine le perle da campagna elettorale: la promessa di “fare più rumore”, trovare “un aspetto più aggressivo” delle macchine, andare più veloci “di cinque o sei secondi attraverso evoluzioni aerodinamiche”. Che restano fumose quanto costose. E spaventano i piccoli team, quelli che nel Gruppo Strategia non hanno voce.