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Irriverente, acido e patetico: non c’è più traccia del Grillo Rampante della Ferrari

sabato 17 gennaio 2015 · Fuori tema
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Ha contestato, ha morso, ha sputato sentenze al veleno, a cadenza irregolare se l’è presa con i regolamenti, con gli ex di Maranello, con gli sponsor e con la stampa. Del Grillo Rampante da oltre un anno non c’è traccia. L’aveva concepito l’ufficio stampa della Ferrari, in Inghilterra sostenevano ci fosse Luca di Montezemolo dietro lo pseudonimo del contestatore incrollabile.

In quattro anni di interventi irriverenti il grillo è stato di tutto e di più: quintessenza di sceneggiata politica con l’alibi della satira, espressione delle frustrazioni del tifo da taverna nonché voce stridula di una squadra che professava indifferenza sui provvedimenti disciplinari e invece rosicava.

L’assenso plenario dei media non ce l’ha mai avuto. Nel 2010 rifletteva sulla fuga dei costruttori e scriveva: “Questa è l’eredità che ha lasciato la guerra santa” di Mosley. Per la Gazzetta fu attacco “acido”, per Auto Motor und Sport “sciocchezze mai lette”.

Con stizza aveva risposto a Lauda che contestava gli ordini di squadra di Hockenheim: “È un personaggio che non ha mai lesinato parole e giudizi a destra e a manca, (…) un moralista dalla memoria corta” che prese tutto il team al suo servizio nel 1975, a scapito di Clay Regazzoni.

S’era imbizzarrito di brutto nel 2011 quando Geox aveva firmato con Red Bull, “un team giovane e vincente”, l’aveva definito Mario Moretti Polegato. Lì il grillo ne aveva fatto una questione d’orgoglio, forte di quelle “insistenti offerte, sostanziate da significative somme di denaro, presentate più volte dallo stesso Moretti Polegato alla Ferrari durante l’arco del 2010”. E rifiutate perché Maranello già aveva un contratto con Puma.

Ma il grillo s’è infiammato anche contro la stampa: nel 2012 in merito allo stipendio di Alonso, “sciocchezze sesquipedali, le ennesime”, poi ancora sul tema dei proventi dei diritti commerciali, “cifre fantasiose che possono indurre anche testate autorevoli a conclusioni clamorosamente errate”.

È quella l’ultima invettiva. Poi un letargo lunghissimo. Resta da capire se per fanatismo e sconvenienza il grillo di Viale Abetone non sia stato schiacciato pure lui nell’anno delle epurazioni d’ogni ordine e grado.

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