Il selfie che fa storia: da Alonso a Totti, l’ultimo gladiatore e l’ultimo samurai
lunedì 12 gennaio 2015 · Fuori tema
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È sempre esistito, una volta si chiamava autoscatto. Oggi è un fenomeno democratico globale e si chiama selfie. Devia nell’espressione del narcisismo più spinto, ma nello sport ha il potere di congelare una storia come nessun altro scatto può fare. E diventa virale.
Francesco Totti e Fernando Alonso per esempio, l’ultimo gladiatore e l’ultimo samurai.
All’Olimpico la Roma è sotto di 2 gol contro la Lazio e il Pupone raddrizza il derby: è sua la doppietta del pareggio, la seconda rete è un capolavoro che per giunta ne fa il goleador più prolifico nella stracittadina.
E allora selfie, sotto la curva: “Non ci sono abituato, ma questa era un’occasione speciale e irripetibile. Era una settimana che ci pensavo”.
Se l’era sognato anche Alonso il selfie di Monza nel 2013: è il weekend che passa alla storia per la sfuriata delle qualifiche, quando Matador per radio se la prende col muretto. “Scemi”… o “geni”, non s’è mai capito.
Poi domenica pure lui in qualche modo rialza la cresta. Nemmeno lui vince, ma nel selfie sopra il podio c’è tutto l’orgoglio di chi nella sfida esce a testa alta: “Il podio di Monza – dice – è il più bello di tutto il campionato. Sospesi in aria sul rettilineo, la pista invasa dai tifosi. Un’emozione unica”.
Con Totti, l’arbitro Orsato non ha il cuore di cacciare il giallo che il regolamento vorrebbe. Pure Alonso scampa la sanzione della Fia che invece normalmente è inflessibile sui tempi televisivi. Anche questo è potere. Del selfie.