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Intervista a Gary Paffett, 9 anni in McLaren “nel posto migliore al momento sbagliato”

sabato 10 gennaio 2015 · Esclusive
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Per nove anni alla McLaren, fuori dopo l’ingresso dell’Honda, dietro le quinte dal 2006 al 2014 a guidare nei test oppure al simulatore. Nemmeno un’uscita nelle prove libere, ma Gary Paffett il talento ce l’aveva tutto. Tant’è che nel 2007 rischiava di esserci lui al posto di Hamilton sulla macchina ufficiale accanto ad Alonso. E oggi forse la Formula 1 racconterebbe un’altra storia.

F1WEB.it: Otto anni alla McLaren come collaudatore e riserva. Qual è stata l’innovazione tecnica più grande che hai affrontato?

Gary Paffett: Ci sono state un bel po’ di modifiche. Sicuramente il passaggio dai V10 ai V8 nel 2006, poi quello ai V6 nel 2014. Che è stato un anno particolarmente difficile per tutta l’elettronica.

F1WEB.it: Parlando di aerodinamica invece?

GP: Abbiamo avuto una modifica pesante dei livelli di deportanza nel 2009 e ci è voluto un po’ per adattarsi. Due sviluppi interessanti sono stati il sistema f-duct che ha inventato la McLaren e il kers. Ma senza dubbio la rivoluzione più importante l’ha portata il diffusore soffiato. È cambiato tantissimo il modo di guidare e si poteva guadagnare tantissimo se lo azzeccavi.

F1WEB.it: Hai guidato parecchio tra pista e simulatore, due scenari di cui si parla sempre in termini di validità e costi. Tu come la vedi?

GP: Dovremmo avere più test in pista. Invece per collaudatori e giovani ci sono poche occasioni. Il che è sbagliato per almeno due ragioni. Primo perché un pilota non può mostrare quello che sa fare, quindi sembra sempre un rischio assumere un debuttante. Secondo perché è difficile per collaudatori e ingegneri sviluppare una macchina al simulatore quando non fai abbastanza test.

F1WEB.it: Si può trovare un equilibrio?

GP: Quando sono andato alla McLaren nel 2006 facevamo anche fin troppi test. Ai top team servivano due collaudatori a tempo pieno per gestire tutto il lavoro. Oggi sarebbe troppo costoso. Alla fine i simulatori sono uno strumento fondamentale per provare parti sperimentali. Riducono tempi e costi di sviluppo.

F1WEB.it: Si diceva dovessi correre tu nel 2007. La McLaren ti stava davvero per promuovere?

GP: Ci sono andato vicino. Era la fine del 2006, io avevo fatto un buon anno di prove e c’era un volante per affiancare Alonso che era appena arrivato. Ma sfortunatamente per me, Lewis che stava con la McLaren da quando aveva otto anni aveva appena vinto la GP2. Andava bene in macchina, fu subito veloce e ottenne il posto che ci aspettavamo che prendesse. Io ero nel posto migliore al momento sbagliato.

F1WEB.it: Ma oggi con l’esperienza che ti ritrovi non ci sono chance di firmare altrove?

GP: Bisogna vedere. Le chance di correre in Formula 1 sono molto basse, ma io amo l’aspetto dello sviluppo e potrei finire in qualche altra squadra per aiutarli a sviluppare la macchina. Non mi sono ancora guardato intorno, ma non escludo che possa farlo in futuro.

F1WEB.it: E intanto che ti sembra di McLaren e Honda?

GP: L’ultima volta che sono state insieme sono andate bene. Adesso è difficile dirlo. Honda deve recuperare su Mercedes e non è semplice. McLaren deve migliorare il telaio che l’anno scorso non era ai livelli che uno s’aspetta da una squadra come quella.

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