Marussia, quanti debiti! E la lista dei creditori finisce su internet
lunedì 5 gennaio 2015 · Dal paddock
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I circuiti di Sepang, Barcellona e Shanghai, DHL per le spedizioni, Pirelli per i pneumatici e poi ancora Dell, AP Racing, Magneti Marelli, per un totale di duecento società in giro per il mondo. E c’è da pagare ancora Timo Glock che non corre dal 2012. È lunghissima la lista dei creditori della Marussia, è finita a Formula Money che l’ha messa in rete.
L’ultimo proprietario della squadra è Andrei Cheglakov: pare sia un milionario in Russia, pare volesse solo arrivare a presentarsi a Sochi. E pare comunque che un anno fa, secondo quello che scriveva il Times, si fosse già fatto carico di saldare oltre 150 milioni di euro di arretrati.
Oggi ne restano altri 80 e in cima all’elenco dei creditori c’è la Ferrari con un conto di 21 milioni per la fornitura dei motori e dei sistemi di recupero dell’energia; altri 9 deve averli la McLaren per elettronica, simulazioni e galleria del vento.
Soldi su cui Maranello e Woking non hanno speranze perché gli spiccioli nelle casse della Marussia non coprono nemmeno i debiti coi creditori assicurati tipo Lloyds Development Capital che chiede 12 milioni. La beffa è che l’ultimo debito – circa 37 mila euro secondo Forbes – la squadra l’ha contratto quando s’è rimessa in moto per correre ad Abu Dhabi, contando su un trasferimento di proprietà che poi non ha finalizzato.
C’è stata un’asta il 16 dicembre per assegnare un po’ di tutto: modelli in scala del telaio che avrebbe gareggiato nel 2015, pezzi di ricambio in carbonio, condotti di scarico dei motori, macchinari per test e perfino tute, poster e arredi d’ufficio. Un’altra vendita è prevista a metà gennaio per battere ancora tre telai senza motore.
Nel frattempo il team è in amministrazione controllata, ha licenziato tutti i dipendenti, ma formalmente continua a figurare nel gruppo degli iscritti della Fia. Perché in effetti il posto in griglia è di John Booth che nel 2009 l’ha guadagnato come Manor e può sempre sfruttarlo se trovasse un compratore.