Gran Premio di Abu Dhabi 2014, gara

domenica 23 novembre 2014 · Roundup
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Una scarica di flash, un fiume di lacrime e ventiquattromila baci. Hamilton vince gara e mondiale nella notte di Abu Dhabi: “Faccio fatica a spiegarvi cosa significa questo titolo. È più importante del primo, sono emozioni che non hanno pari”. Per certi versi è soprattutto un sollievo per lo sport perché l’abominio del punteggio doppio non condiziona l’assegnazione dell’iride.

Con stile. Nella maniera più elegante, professionale e matura, accetta la sconfitta dopo una via crucis: Rosberg senza l’ers perde 3 secondi al giro, si fuma ogni chance di rispondere a Hamilton, la squadra gli propone il ritiro quando è fuori dai punti e si avvicina l’onta del doppiaggio, lui insiste per continuare. Fa i complimenti a Lewis dietro al podio, ammette che la differenza non l’ha fatta il guasto. In effetti la corsa se la complica alla partenza quando perde il comando nei primi duecento metri.

Felipao meravigliao. Non riesce Massa a mettere la Williams sul gradino più alto, il muretto non si prende il rischio di mandarlo fino al traguardo con una sosta sola, però Hembery lascia intendere che l’impresa fosse fattibile. Felipe a parità di tattica dà mezzo minuto a Bottas che col terzo posto è quarto nel mondiale.

Saetta. Parte dai box dopo la squalifica di sabato e arriva ai piedi del podio: Ricciardo fa quasi la stessa rimonta che aveva fatto Vettel nel 2012. E questa comunque non è la Red Bull di allora. Un eroe, soprattutto contro Vergne.

L’ultimo attrito. Si congeda con il nono posto, esce sbattendo la porta, risponde a Mattiacci che sull’ingaggio di Vettel sostiene che la Ferrari avesse bisogno di “un pilota giovane e motivato”. Alonso si toglie il classico sassolino dalla scarpa: “Si vede che Mattiacci è stato pochi mesi, non sa quanto ho lottato. E poi a Monza non pensava fossi vecchio, mi ha proposto di rinnovare. Ho ancora l’email”.

Last minute. Ha 230 dipendenti sul lastrico, 10 milioni di euro di debiti, nessun pezzo di ricambio e riceve i motori da Renault solo per cortesia, “per il bene dello sport” secondo le fonti di James Allen: Caterham è tornata e non ce l’ha fatta a strappare il nono posto a Marussia. Per il 2015 nessuna certezza: “Il progetto della macchina in questo momento è bloccato”.

Altri mondi. È incerto pure il destino di Button: “Può darsi che questa sia stata la mia ultima gara in Formula 1”. McLaren rinvia a dicembre l’annuncio sui piloti del 2015, ma Jenson già si guarda intorno e pensa a Le Mans: “Non ho un grosso desiderio di andarci, però il mio interesse sta crescendo. L’anno prossimo ci saranno quattro costruttori, per cui la cosa si fa interessante”.

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