Gran Premio del Brasile 2014, gara
domenica 9 novembre 2014 · Roundup
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Ecclestone è schierato con Hamilton: “È meglio che vinca lui perché Rosberg non ha tutta questa popolarità”. Non ha nemmeno i numeri, per la verità: le statistiche dicono che nel 2014 ha vinto la metà delle corse dell’altro. Fatto sta che il campionato riesce a tenerlo aperto: stringe i denti, tiene a bada la pantera, rosicchia 7 punti e si porta a -17. Che non fanno neanche tanta paura alla luce del superpunteggio di Abu Dhabi.
La maledizione del 4. La curva, la quarta di Interlagos, la Descida do Lago, è la stessa dove nel 2007 arriva lungo nel testa a testa con Alonso. Hamilton si gira mentre cerca di chiudere il gap su Rosberg che ha già cambiato le gomme, perde 6 secondi che poi alla fine comunque recupera. Ma gli manca il guizzo per la manovra vincente. Lui è convinto: “Il passo migliore ce l’avevo io”. Anche il giro veloce.
Cuore paulista. Prende uno stop-and-go di 5 secondi per eccesso di velocità in pit-lane, poi al pit-stop si ferma sulla piazzola della Mercedes che sta aspettando Hamilton. È un turbinio di emozioni la corsa di Massa che alla fine difende il terzo posto dal recupero di Button e centra il secondo podio dell’anno.
In famiglia. Nell’ordine d’arrivo ha ancora quattro squadre davanti. Piuttosto, l’attenzione la Ferrari se la guadagna col confronto rovente ma corretto tra Alonso e Raikkonen per il sesto posto nell’ultimo stint. La spunta Nando: “E spero che la corsa sia stata emozionante in tv come in pista”. A Kimi il merito dei punti con la strategia matta di due soste in una corsa che per tutti è pesantemente condizionata dal blistering.
Disgelo. Per colmare lo svantaggio sulla motorizzazione, Ferrari e Renault propongono di anticipare tredici gettoni di sviluppo al 2015 e rinviare le omologazioni a metà luglio. Manca ancora l’assenso della Mercedes che da un lato difende un predominio tecnico senza precedenti e dall’altro teme l’aumento dei costi per le squadre clienti.
Hai capito… Per dissuadere Force India, Lotus e Sauber dal boicottaggio della gara di Austin, Ecclestone aveva promesso una serie di incontri che secondo quanto riporta il Times hanno già fruttato ai dissidenti qualcosa come 130 milioni di euro. Dicono a Napoli: chi chiagne f***e a chi rire.
Disperse. La scadenza per la cessione d’azienda è passata e Marussia non ha trovato un compratore. Resta una speranza flebile di rivedere la Caterham che sta raccogliendo fondi sul web: la donazione minima è di 10 sterline. Ne servono 2 milioni e mezzo entro il 14 novembre per correre negli Emirati.