Gran Premio degli Stati Uniti 2014, gara

domenica 2 novembre 2014 · Roundup
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Non è finito il mondiale, ma Rosberg ad Austin lascia altri sette punti e forse un altro pezzo dell’iride. Nel corpo a corpo vince Hamilton: al primo pit-stop si fa dare carico all’anteriore, raggiunge Nico, l’infilza con una manovra da favola che da sola vale il prezzo del biglietto del rodeo. Mette in cassa la decima vittoria dell’anno, la quinta di fila, la trentaduesima della carriera. E adesso è lui il pilota britannico con più successi.

La sberla. A Rosberg comincia a piacere la storia del punteggio doppio di Abu Dhabi perché a meno di ribaltoni clamorosi è l’unica chance che gli resta per soffiare il campionato al nemico di box. Nel frattempo, sul terreno dei cowboy, il duello lo perde. Lauda diceva: “Se oggi non vince, avrà due gare difficili sotto il profilo psicologico”.

Smile guy. Ci credeva solo lui al podio che il paddock già assegnava alla Williams. Ha tanto da festeggiare Ricciardo che confeziona con una corsa tutta all’attacco e arriva terzo. Si sminuisce: “Non è solo merito mio. È la pista che è fantastica, dà mille opportunità di sorpasso”.

Imbarazzante. Non ne ha la Ferrari, rema Alonso per stare in pista e chiudere in P6 dietro alle Williams, cede a Ricciardo subito nel primo stint, poi grazie al drs si rifà su Vettel che comunque arriva appena mezzo secondo più dietro malgrado parta dal fondo e pasticci la strategia. Alla fine con Seb diventa sfida d’orgoglio anche per firmare il giro record. E lì la spunta la Red Bull.

Autoscontro. Quasi di casa, esce nella vergogna Perez: tampona Raikkonen, si scompone e centra Sutil che con l’ottavo ritiro è il pilota che in tutto il campionato ha fatto meno chilometri. Le altre scazzottate, un buon numero, tutti contro tutti, sono meno cruente e più spettacolari.

Finanza precaria. Sfuma il boicottaggio che stavano valutando Force India, Lotus e Sauber. Da parte di Ecclestone c’è la promessa di un meeting, ma la via per uscire dalla crisi non s’intravede: “Se anche mettessimo il budget cap – spiegava Toto Wolff – faremmo andare in esubero due terzi del personale nei top team”.

Super Mario. Renault si rafforza, eccome. Per sostenere lo sviluppo dei motori ibridi e raggiungere Mercedes, la casa della losanga ripesca Mario Illien, che proprio per Mercedes lavorava ai tempi della collaborazione vincente con McLaren e poi s’era spostato a seguire i progetti per il motomondiale e per le categorie americane.

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