Rattoppi sulla sospensione, l’allarme di Kobayashi su Facebook: “Terrificante”
mercoledì 22 ottobre 2014 · Tecnica
tempo di lettura: 2 minuti
John Miles a Monza nel 1970 era terrorizzato a guidare la Lotus senz’ali. Kamui Kobayashi in Russia nell’ultimo Gran Premio se l’è fatta addosso quando ha visto le pezze di composito sulla sospensione posteriore della Caterham, ha scattato una foto e ha messo mano a Facebook.
Lui ha un account personale che non è accessibile né ai media né ai fan. O perlomeno non dovrebbe. Perché invece qualcuno tra gli amici più stretti evidentemente ha fatto la spia e il post è finito alla Bbc che l’ha rilanciato prima che Kamui lo cancellasse. Il testo:
Terrificante. La notte scorsa hanno trovato un difetto sulla sospensione. Non ci sono ricambi, l’hanno riparata con delle toppe di carbonio. La tengono sotto controllo, però quando ti chiedono di correre in queste condizioni è terrificante. Voglio tornare a casa. Ci sono ancora altre sessioni e c’è ancora tutta la gara. Sono preoccupato, sul serio. Da pilota, devo correre? O devo rifiutarmi? Tra 15 minuti devo guidare…
La squadra adesso ridimensiona: “Una procedura normale, valutata approfonditamente sia a Sochi che alla base di Leafield”. Assicura che Kobayashi “è stato sempre tenuto al corrente e che in nessun momento aveva ragione di ritenere che non fosse al sicuro”.
In effetti quella delle pezze di composito è una tecnica consolidata che si basa sulla sovrapposizione dei tessuti in fibra di carbonio che vengono impregnati di resina direttamente sul componente. Dopodiché è la polimerizzazione a conferire la consistenza definitiva al prodotto.
Sta di fatto che nel primo weekend dopo il dramma di Bianchi, la paura ha fatto novanta. Chikara Funad, 28 anni, il nuovo manager di Kobayashi dopo Mario Miyakawa, sottolinea che al di là del commento, Kamui il suo dovere l’ha fatto per tutto il weekend e che il team “ha sgombrato il campo da tutte le preoccupazioni che avevamo in testa”.
Ma Koba la corsa non l’ha finita. Ufficialmente perché la squadra l’ha chiamato ai box per preservare i componenti del motore. Ma chissà. Fatto sta che oggi la Caterham è una squadra in mano agli ufficiali giudiziari, verso l’amministrazione controllata, senza ricambi e senza stipendi. E forse è il caso che non corra, per la sicurezza sua e altrui.