Interlagos, il caso delle mescole: ma i team ne capiscono più di Pirelli?

martedì 21 ottobre 2014 · Dal paddock
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All’inizio la preferenza era caduta su dure e medie che in Brasile rappresentano la tradizione. In realtà a parità di denominazione i compound di oggi rispetto a quelli del 2013 appartengono a una gamma comunque più morbida. Perciò nel paddock la scelta di Pirelli non era piaciuta. “Sorprendente”, l’aveva definita Fernando Alonso. Perfino “pericolosa”, secondo Felipe Massa.

Alla base della perplessità dei piloti, la valutazione tecnica del nuovo manto stradale, perché all’appuntamento del 9 novembre, per il Gran Premio del Brasile, Interlagos si presenta con l’asfalto interamente rifatto.

Tra parentesi, si tratta di un intervento in acconto sulle modifiche più sostanziali che la Formula 1 troverà – anzi, dovrebbe trovare – nel 2015: una nuova tribuna a Junçao, una chicane tra la Curva del caffè e l’Arquibancadas, ma soprattutto i nuovi box. Tutto per 65 milioni di dollari.

Alla fine siccome le squadre hanno fatto pressione, Pirelli ha messo la retromarcia e s’è spostata su medie e morbide, le stesse di Austin e le stesse che ha portato a Sochi, vale a dire quelle che in Russia, proprio per mezzo della posa recente dell’asfalto, paradossalmente miglioravano giro dopo giro, con il risultato che le prestazioni si sono appiattite e la maggioranza dei team è andata sulla tattica della sosta unica.

Paul Hembery sostiene che la modifica dell’allocazione dei pneumatici arriva a valle di “ulteriori analisi tecniche in merito all’impatto del nuovo asfalto”, quando invece la prima decisione aveva scartato la mescola morbida sulla base del rischio di surriscaldamento: “Probabilità bassa”, scrive adesso il marchio della Bicocca nel comunicato. Ma pare che i team siano più pratici di Pirelli su certe valutazioni.

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