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Ferrari reloaded: la cura di Sergio Marchionne e quei “calci nel culo”

lunedì 20 ottobre 2014 · Dal paddock
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Condensa in un’espressione sola il succo della cura per la Ferrari: “Kick some ass”. Sergio Marchionne parla con Autocar, in veste ufficiale di presidente della Ferrari adesso che il d-day del 13 ottobre è passato e le redini del Cavallino Rampante le regge ufficialmente lui.

Su quell’espressione, una disquisizione puramente linguistica perché nello slang americano kick some ass suona un po’ come fare un mazzo così, ma letteralmente è dare dei calci nel culo. E ci starebbe pure, dal momento che il manager del maglioncino effettivamente un calcione l’ha assestato già, a settembre, a Luca Cordero di Montezemolo. Spiega Marchionne:

Si dice sempre che l’automobilismo sportivo non è una scienza perché sono tanti i fattori che determinano le prestazioni. Ma se vado a Monza e vedo che fra le prime sei macchine non c’è né la Ferrari né una macchina col motore Ferrari, allora mi sale la pressione del sangue.

Monza appunto, e la gara del 7 settembre, in concomitanza con il Workshop Ambrosetti a Cernobbio. Lì Marchionne tuona: “Sono sei anni che non vinciamo”. E con l’autorità che Fiat gli riconosce minaccia: “Nessuno è indispensabile”. Oggi ribadisce:

Una Ferrari che non vince sulle piste di Formula 1 non è una Ferrari. Possono esserci dei periodi sfortunati, ma la sfortuna non può diventare un elemento strutturale del marchio.

Nel frattempo Luca Luca, tra le braccia paterne di Bruno Vespa nel salotto di Porta a Porta, suona la nota del melodramma: “Non mi è piaciuto il modo. Ho avuto un rapporto molto forte con la famiglia Agnelli, per cui un grazie in più me lo sarei aspettato”. Ma lui con Badoer nel 2009 nemmeno era stato elegante nel modus operandi: annuncio a freddo, alla cena di gala per le Finali Mondiali del Cavallino a Valencia di fronte ai giornalisti di tutto il mondo. Badoer disse: “Avrei preferito una comunicazione ufficiale a una dichiarazione in pubblico”.

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