PHOTO CREDIT · Scuderia Ferrari

Maranello pesca sempre altrove: quest’Accademia va ripensata. O chiusa

sabato 18 ottobre 2014 · Mercato
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Di certi movimenti aveva cominciato a parlare Skysport Italia che ancora rivendica la paternità dell’anticipazione sugli sviluppi del mercato. Ma il 15 settembre, all’epoca dello scoop, scriveva di uno “scambio tra Alonso e Vettel” che invece alla fine non s’è fatto. Tanto più che Chris Horner ci tiene a sottolineare che loro, a Fernando, manco ci hanno mai pensato.

“È un pilota meraviglioso, ma la nostra filosofia – ribadiva a Suzuka – da sempre sostiene i giovani. Come abbiamo fatto con Vettel, Ricciardo e Kvyat”.

Del resto, lo diceva in maniera colorita Jaime Alguersuari tre anni fa: “La Red Bull è come il Barcellona che alleva i suoi talenti. La Ferrari è come il Real Madrid che compra i giocatori che costano di più”.

Qui si apre un discorso di prospettive. Jules Bianchi a Suzuka, proprio nel weekend del dramma, con amarezza commentava quella che era ancora solamente un’ipotesi, il trasferimento di Sebastian Vettel a Maranello: “Vedi squadre come Red Bull che promuovono i loro giovani e ti aspetti lo stesso”.

Lui dal 2009 – per quanto raccomandato dalla famiglia Todt – rappresentava la punta del vivaio del Cavallino che lo teneva a parcheggio in Marussia: “Ma se prendono Vettel significa che avevano bisogno di qualcuno come lui al posto di Alonso”.

Montezemolo adesso caccia il colpo a sorpresa, una concessione in via simbolica nella tragedia. Giura che la Scuderia “stava pensando a lui” in vista del 2015, nel caso in cui la Fia avesse deliberato i team a tre macchine: “E – aggiunge – Jules sarebbe stato perfetto per il futuro”.

La verità è che la Ferrari insiste a pescare fuori, continua a dipendere da gente che si forma altrove perché l’Accademia ancora non porta nessuno sulla rossa ufficiale. In linea con le scelte senza audacia che Alonso s’è visto intorno per cinque anni e che alla fine ha fatto pesare.

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