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Rosberg, “il giorno più difficile”: così i cablaggi l’hanno stroncato a Singapore

lunedì 22 settembre 2014 · Gran Premi
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La causa è chiara, la motivazione no. Non c’entra il motore, non c’entra il cambio e nemmeno la centralina elettronica: a smantellare la gara di Rosberg a Singapore sono i cablaggi nella colonna dello sterzo, elementi nemmeno tanto complessi che fanno il paio con il tubicino da quattro soldi che a Melbourne aveva stroncato la corsa di Hamilton.

È Toto Wolff a informare la stampa in merito alla natura dei patemi di Rosberg, parla di un gruppo di connessioni in perfette condizioni che invece manda in crash tutto il sistema.

Il team rileva il guasto un attimo prima di spedire le macchine in griglia, cambia due volte il volante, Nico prende la via della pista a due minuti dalla chiusura della corsia box, ma quando arriva sulla piazzola dello schieramento l’emergenza non è rientrata.

Non s’avvia per il giro di ricognizione, scatta dalla pit-lane ma l’elettronica ancora non l’accompagna. Ad ogni cambiata infila due marce alla volta. “Sul volante – racconta – non rispondeva nessuna funzione. Non avevo il motore ibrido, non avevo il drs, il bilanciamento di frenata era tutto sballato e non potevo cambiarlo. Era tutto fuori posto”.

In quel momento la Mercedes comincia a valutare il ritiro per preservare i componenti del motore, ma vuole giocarsi l’ultima carta: il primo pit-stop per un reset delle funzioni del volante. “Però anche quando sono rientrato nei box – riferisce Rosberg – non avevo il limitatore e non riuscivo ad andare in folle”. La macchina si spegne, il team prova a riavviarla, fa il terzo cambio di volante e là Toto Wolff blocca le operazioni per motivi di sicurezza.

Finisce “il giorno più difficile dell’anno”, dice Rosberg. È il secondo ko della stagione. Adesso i conti per l’iride si azzerano. E l’inerzia è dalla parte di Hamilton.

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