Gran Premio di Singapore 2014, qualifiche
sabato 20 settembre 2014 · Roundup
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Incollati, i primi otto stanno in mezzo secondo e ci sono sette millesimi appena tra la pole di Hamilton e la piazza d’onore di Rosberg: quella di Singapore è la qualifica più tirata dell’anno, pure quella che alimenta la speranza della riscossa rossa, perché Alonso e Raikkonen vanno come schegge nelle prime due sessioni e poi si fanno scappare il risultato.
Il cuore oltre il cordolo. Stacca a ruote fumanti alla prima curva, secondo le stime della Mercedes lascia per strada addirittura due decimi. In quel momento rischia di partire in quarta fila, poi miracolosamente tra il secondo e il terzo settore Hamilton recupera tutto quello che ha perso, confeziona un capolavoro che Rosberg commenta così: “Dannazione”.
Vedere e non toccare. Mai così vicino alla pole, parte dal lato pulito e contiene i distacchi. Tutto sommato, è soddisfatto Alonso che mette la Ferrari in quinta posizione: “Se ieri mi avessero previsto due decimi e mezzo di ritardo dalla pole avrei firmato”. Addosso a Raikkonen invece piomba un problema di potenza che lo condanna a rientrare nei box prima del giro lanciato in Q3. E la frustrazione comincia a farsi sentire: “Tutte le volte che la macchina mi dà buone sensazioni arrivano problemi”.
Rabbioso. Paga per grane tecniche anche Grosjean, ma lui è meno controllato di Iceman. Alla radio sbraita: “Non ci credo, maledetto motore”. Il team gli spiega che si tratta dello “stesso problema delle prove”. E lui rincara: “Non m’interessa, ne ho abbastanza”. Che stia già guardando altrove? E dove?
Retroguardie. Bianchi dà un secondo a Chilton, Kobayashi ne dà due a Ericsson: se davanti i big stanno compatti, dietro il gruppo si sgrana. Più che uno coi soldi, a Marussia e Caterham serve uno col piede pesante.
Il biglietto per l’inferno. Bassa aderenza, guard-rail a un soffio, 23 curve, umidità, smog, niente radio per i suggerimenti sulle regolazioni. Altro da aggiungere? Sì, la pioggia che in sei edizioni non s’è mai vista e stavolta resta una minaccia concreta. Ad ogni modo, Valerio Maioli che a Marina Bay ha progettato l’impianto di riflettori, nel 2010 spiegava a F1WEB.it: “Relativamente all’illuminazione non ci sono grossi problemi con la pioggia. Ce ne sono per le dimensioni delle gocce. Dei mattoni”. Il paddock mezzora dopo la fine delle qualifiche s’è allagato.