Dopo Spa: Mercedes punisce Rosberg, ma fissa le regole. Anche per Hamilton
domenica 31 agosto 2014 · Dal paddock
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Alla fine il pugno sul tavolo l’ha battuto Dieter Zetsche, il grande capo della Mercedes, lui che tutto muove e tutto può: “Naturalmente – anticipava Toto Wolff – abbiamo il dovere di riferire a lui, perché la Formula 1 determina anche la credibilità del marchio”. La soluzione allo scontro del Gran Premio del Belgio ci mette meno di una settimana a maturare: in sintesi, Rosberg in castigo e comunque nessun freno alle lotte.
Il meeting del chiarimento è di venerdì pomeriggio, produce un comunicato stampa sul sito ufficiale della stella d’argento che testualmente recita:
Toto Wolff, Paddy Lowe, Nico Rosberg e Lewis Hamilton si sono incontrati nella sede della Mercedes a Brackley per discutere i fatti del Gran Premio del Belgio. Nella riunione, Nico ha riconosciuto la sua responsabilità per il contatto e si è scusato per il suo errore di valutazione. Per l’incidente sono state intraprese appropriate misure disciplinari.
Misure che la nota non chiarisce e che possono implicare scenari variegati: stipendio decurtato, clausole riscritte, sviluppi tecnici negati. Per il resto: “La Mercedes resta impegnata per offrire battaglie dure, ma corrette”.
È in quest’ottica che il meeting di Brackley assume pure una valenza in più: ridefinizione delle regole, formalizzazione delle strategie di corsa dopo mesi di veleni perché Rosberg e Hamilton a vicenda s’accusavano di giocare con le regolazioni del motore contro le disposizioni del team per cavarne più potenza e fregarsi uno con l’altro. Era successo a Sakhir, di nuovo a Barcellona, forse ancora a Budapest.
E infatti Hamilton a valle del faccia a faccia scrive: “Gli sgarri li abbiamo fatti entrambi, per quanto mi riguarda credo non abbia senso puntare il dito per trovare chi è il più cattivo”. Poi il panegirico alla squadra: “La più grande, con la gente più forte, ci dà la macchina migliore per farci correre”.
Cambia linea anche Rosberg, si ammorbidisce lui che a caldo in privato con fermezza – in base a quanto svelavano sia Hamilton che Wolff – difendeva “un punto da chiarire” dietro l’attacco di Spa. Ammette: “Errore di valutazione”. E si scusa coi fan “perché si sono persi la nostra battaglia per la vittoria”. Sembra un altro, per il prosieguo conferma: “Abbiamo avuto istruzioni chiare su come gareggiare”. Regola numero uno: “Mai più incidenti”, l’ordine del team.