Operazione simpatia, torna Briatore: ombre e idee per sanare la Formula 1
martedì 29 luglio 2014 · Politica
tempo di lettura: 2 minuti
Un obiettivo: la popolarità. Un nome: Flavio Briatore. Sabato mattina a Budapest nell’intervallo tra prove libere e qualifiche, Bernie Ecclestone ha sentito Chris Horner, Marco Mattiacci e Toto Wolff per un meeting mordi e fuggi, per buttare sul tavolo le proposte di risanamento.
C’è l’idea di assegnare le zavorre in base al punteggio del campionato: 20 chili al primo, 18 al secondo e così via. Il resto deve scaturire da un altro meeting. Ma la linea di base è tracciata e l’ha illustrata Horner:
I piloti devono essere gli eroi. Le macchine devono essere secondarie. Dobbiamo fare in modo che i piloti siano più accessibili, i fan devono avere la possibilità di incontrarli. Quando sono cresciuto, il mio eroe era Nigel Mansell. Credo che oggi sia importante portare la gente vicino ai piloti e dietro le quinte.
Per questo: “Si sta amalgamando un gruppo – svelava Mattiacci a SkySport – che deve elaborare delle idee”. Ma la Formula 1 un pool di cervelloni ce l’ha già. Oligarchico, il Gruppo Strategia dei top team che ad aprile ha formulato e inoltrato le misure per lo show: scintille, dischi incandescenti, sospensioni attive, corse più brevi.
Ecclestone invece adesso cerca l’operazione simpatia, un rinnovo del prodotto, una strategia di promozione più aggressiva. Chiede un organismo nuovo, non ufficiale e perfino più ristretto: Ferrari, Mercedes, Red Bull, più lui e Briatore. Che in fatto di spettacolo partorisce idee bislacche: nel 2008 voleva il modello della Gp2 anche nella massima serie, griglia invertita, due gare da 45 minuti, niente pit-stop.
Radiato, riabilitato, reclamato. Di lui, Ecclestone nel 2010 diceva in un’intervista: “Ha carattere, la gente lo associa alla Formula 1”. All’ipotesi di tornare, Mr. Billionaire rispondeva: “Non mi divertirei”. Invece indirettamente cura ancora gli affari di Alonso, ha raccomandato l’Azerbaigian che per il 2016 ha il contratto per un Gran Premio a Baku. Defilato, silenzioso, Flavione il naso nel paddock continua a metterlo.