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Hockenheim, il messaggio delle tribune vuote nella terra della Mercedes
mercoledì 23 luglio 2014 · Politica
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Schiera quattro piloti, uno di loro lotta per il titolo mondiale col marchio di casa, ma la Germania il richiamo della Formula 1 non l’ha sentito. Venerdì il Motodrom era desolato, le stime di domenica contano 50 mila presenze, 40 mila in meno rispetto alle prove libere di Silverstone.
Autosprint ci legge la crisi della Formula 1 “che non diverte più, non genera motivi di eccitazione e non fa battere nemmeno il cuore quando la vedi in pista, tanto è soffocato il rumore quando le monoposto passano dentro le tribune del Motodrom”. Ma in Austria e Inghilterra il pubblico c’era. E guardava lo stesso campionato, con lo stesso rumore. A prezzi più bassi, soprattutto a Spielberg.
È più concreta l’analisi di Will Buxton: “Non è lo spettacolo che tiene la gente lontana. Sono i biglietti da 300 euro”. Una famiglia di quattro persone per stare un giorno in tribuna spende l’equivalente di una vacanza intera.
C’era una detrazione cumulabile di 11 euro per ogni rete che la nazionale tedesca avrebbe messo a segno contro il Brasile nella semifinale di Belo Horizonte. La goleada sulla Seleção s’è tradotta in 77 euro di sconto su sei categorie di tagliandi, ma il pubblico non s’è mosso.
“È un fenomeno – avverte Toto Wolff – che va indagato”. Per capire se la platea della massima serie s’è stufata davvero. Ecclestone coi giornalisti scherzava: “Il problema riguarda la scelta dell’acqua. Hanno proposto quella liscia e la gente invece la voleva frizzante”.
A lui, della vendita dei biglietti interessa poco. Gli autodromi invece ci basano la sopravvivenza perché recuperano le tasse che versano alla Fom. Nel caso specifico della Germania, oggi la pista del Baden-Württemberg si rimbalza il Gran Premio di Formula 1 ad anni alterni col Nürburgring. E l’alternanza già rischia di saltare perché Bernie alla nuova dirigenza del ‘Ring ha proposto la corsa in pianta stabile dal 2015 al 2019.