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Silverstone, l’incidente di Raikkonen e la sanzione che non c’è stata
sabato 12 luglio 2014 · Gran Premi
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Il regolamento parla chiaro, la Fia molto meno. In base all’articolo 20.2, un pilota che esce di pista “può rientrare a patto che lo faccia in modo sicuro e senza guadagnare vantaggio”. Non l’ha fatto Raikkonen a Silverstone, per cui Iceman oltre alla botta da 47G poteva prendersi quella che alla luce del regolamento era una sanzione sacrosanta.
In effetti non è colpa sua se trova un avvallamento tra il cordolo e la via di fuga. Ma lui dopo l’escursione si fionda in pista a razzo. Mette ko la Williams di Massa, perde una ruota che passa a un soffio dal casco di Chilton, determina la bandiera rossa e uno stop di sessanta minuti.
Un macello insomma. Perciò la Fia l’inchiesta l’ha aperta e ha rilevato che la Ferrari solo parzialmente ha rallentato prima di rientrare, quindi senza prendere le misure di sicurezza che il regolamento esplicitamente pretende.
Dalla Federazione non ci sono note ufficiali. Ma un pezzo di Jonathan Noble su Autosport sostiene che alla fine la sanzione a Raikkonen è sfumata perché “l’organo di governo immagina che chiunque sarebbe tornato in pista alla stessa maniera”.
Al di là delle congetture, resta il fatto che un azzardo palese scivola sotto traccia. Come nel 2008, a Singapore: Miodrag Kotur della Ferrari non indossa né la tuta ignifuga né il casco quando s’incarica di staccare il bocchettone dalla macchina di Massa che s’è trascinata il serpentone del rifornimento. Pure quella è una condotta palesemente pericolosa. E pure allora, la direzione gara non prende posizione.