Verso il divieto di fric, le sospensioni interattive che fanno volare la Mercedes
giovedì 10 luglio 2014 · Regolamenti
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Una svolta discutibile e sospetta, la Fia mette in dubbio la regolarità delle sospensioni interconnesse. L’ha preannunciato Charlie Whiting con una circolare a valle del Gran Premio di Silverstone, ha spiegato che alcuni sistemi non sono considerati legali e quindi rischiano la contestazione.
L’oggetto della disputa è il controllo interattivo tra avantreno e retrotreno, in inglese front and rear interactive control, da cui fric, l’acronimo che il paddock ha imparato a Melbourne nel 2013, quando il dispositivo s’è visto sulle Mercedes di Hamilton e Rosberg.
Di fatto riproduce l’effetto di un congegno che la Formula 1 ha messo al bando da quasi vent’anni e cioè quello delle sospensioni attive. Fric però è prettamente idraulico, per cui non rientra direttamente nella categoria dei dispositivi di regolazione fuorilegge. O perlomeno non ci è rientrato per un anno e mezzo, tant’è che un po’ alla volta, per quanto complesso nella messa a punto, tutte le squadre l’hanno adottato, a cominciare dalla Lotus. E oggi ce l’ha perfino la Marussia.
Viene in mente la faccenda del mass-damper, pure quella è una svolta intra campionato: la Renault l’impiega dal 2005, lo copiano anche Ferrari e McLaren che però non lo sviluppano con la stessa efficienza e perciò l’anno dopo, a luglio, invitano la Fia al cambio di rotta.
Assicura la McLaren che stavolta non c’è nessuna interferenza: “La decisione è della Fia, non è basata su alcuna azione delle squadre“. Resta il fatto che un’idea di punto in bianco diventa fuorilegge: “Perché qualcuno – sostiene Eric Boullier – è stato troppo estremo con il progetto, per cui la Fia adesso si è interrogata sulla legalità di questo sistema”.
Magari invece è il tentativo di riaprire un mondiale già scritto, perché è vero che fric ce l’ha chiunque, ma la Mercedes in quanto first-mover è quella che ne conosce più segreti. E in teoria, quella che più rischia di pagare le conseguenze.