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Quel duello rusticano con Vettel che salva un weekend storto di Alonso a Silverstone

lunedì 7 luglio 2014 · Gran Premi
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Più che arrabbiato, sabato era rassegnato: “Per il mondiale non se ne parla”. E forse mai se n’è parlato quest’anno. Cominciava dalla sedicesima piazza il Gran Premio di Fernando Alonso, per effetto dell’eliminazione nel primo segmento di qualifica: “Alla Ferrari – aggiungeva – c’è bisogno di decisioni più tempestive”. E non solo.

Tradizionalmente lui è uno che sbaglia poco, ma quando sbaglia fa dei pezzi clamorosi. Non è regolare la partenza domenica, Fernando si allinea più avanti rispetto alla linea di riferimento della sua piazzola perché arriva troppo veloce sulla griglia.

Aveva sbagliato a schierarsi anche Massa a Spa nel 2010, ma la Fia all’epoca guardava le mosche. Invece – e giustamente –  non passa inosservato l’errore di Matador, ma la direzione corsa malgrado la bandiera rossa ci arriva comunque dopo il popolo della rete e ci mette un’ora e venti per aprire l’inchiesta, altri venti giri per decidere. Con colpevole ritardo, quando Nando è già in rimonta.

Tempestività zero. Malizia dieci, come nel caso di un altro episodio sospetto, nel 2010, sempre a Silverstone, quando l’intimazione a restituire la posizione a Kubica per taglio di chicane si trasforma in drive-through perché Kubica nel frattempo si ritira.

Al di là degli eventi singoli, la Ferrari a Silverstone stavolta salva un weekend che prometteva poco e che in gara stava per precipitare. Svela Alonso nelle interviste:

La macchina non era in condizioni di correre, l’ala posteriore si muoveva molto sul curvone veloce, non avevamo più la carica della batteria, dovevamo risparmiare benzina. La tempesta perfetta insomma. Vettel mi è arrivato addosso nel momento meno opportuno. Ho retto per dieci giri, ma era chiaro che sarebbe passato.

È un contrasto che vale solo il quinto posto, però è carico di rabbia e adrenalina. Quando scatta la sfida, Alonso ha già un giallo sul groppone per inosservanza dei limiti della pista e ripetutamente continua a sfiorarli. Come Vettel, del resto. Che dice:

So che lui ha cominciato a lamentarsi per radio e io ho fatto lo stesso. Ma sarebbe stupido fare una lista e contare quante volte uno va largo. Siamo più o meno pari. Ma io ero dietro e potevo valutare meglio, per lui era difficile vedere come mi muovevo io perché negli specchietti non si vede così tanto.

Nessuna guerra comunque. A freddo pure Alonso smorza i toni: “Per chi ci ha sentito via radio dev’essere stato divertente”. Lauda due settimane fa chiedeva più flessibilità nel giudizio dei duelli, la Fia a Silverstone il messaggio l’ha recepito.

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