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Cinque anni senza punti, Fernandes s’arrende: la Caterham adesso è in mano agli arabi
giovedì 3 luglio 2014 · Amarcord
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Storia travagliata, quella della Caterham. Più precisamente, di One Malaysia F1 Team, la squadra di Tony Fernandes che nel 2010 conquista di un posto sulla griglia di partenza per correre sotto le insegne della Lotus e poi quasi immediatamente si scontra con le politiche di marketing di Proton che invece vuole investire su Renault.
Nel 2011 l’Alta Corte di Londra decide che i loghi spettano a Fernandes, ma non può nemmeno negarli a Proton. Fernandes malgrado la sentenza favorevole sa che il sostegno morale e finanziario l’ha perso. Cambia etichetta e va su Caterham. Commercialmente ha una squadra più debole.
Nel frattempo Mike Gascoyne si sposta verso la divisione compositi, nel 2012 diventa amministratore delegato di Caterham Technology. Pure questa, è una mossa che indebolisce la struttura, di riflesso intacca anche il mercato perché Trulli perde il santo protettore che sempre l’ha seguito attraverso Jordan, Renault e Toyota. Resta a piedi in favore di Petrov. È il segnale di una gestione nuova che punta esplicitamente sui piloti con la valigia a scapito dell’esperienza.
Fernandes si batte per ridistribuire i ricavi, coi piazzamenti in campionato guadagna pochi spiccioli. Nel 2013 arriva undicesimo su undici squadre, lascia intendere che l’abbandono può diventare una soluzione perché “dopo cinque anni senza punti c’è un limite alla pazienza, ai soldi e alla motivazione”.
Ai soldi ci pensano ancora gli sponsor, stavolta sono quelli di Ericsson e Kobayashi. Ma il dado è tratto, la squadra sprofonda, è miserabilmente e inesorabilmente il fanalino di coda dello schieramento, anni luce dietro a Marussia che sfrutta il supporto tecnico della Ferrari e mette a segno due punti a Montecarlo con Bianchi.
Le voci del ritiro si fanno più insistenti. Fernandes dopo il Canada assicura: “La Caterham in Austria ci sarà”. Mantiene la parola, però una settimana dopo scrive su Twitter: “La Formula 1 non ha funzionato, ma adoro la Caterham Cars”. Chiude l’account. Ma non chiude la squadra. La vende, a un consorzio di arabi e svizzeri sotto la direzione di Colin Kolles e Christijan Albers. E così si toglie un peso.