PHOTO CREDIT · Williams Martini Racing

Gran Premio d’Austria 2014, qualifiche

sabato 21 giugno 2014 · Roundup
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Si apre un’altra crepa nel castello della Mercedes. Il Canada spezza la striscia delle vittorie, l’Austria quella delle pole position. La Williams ha la velocità di punta migliore, con lo stesso motore delle frecce d’argento fa valere l’aerodinamica, s’insedia in prima fila e se la prende tutta. Non capitava da Hockenheim del 2003. Massa primo, Bottas a ruota. E Rosberg in P3 paga due decimi dalla vetta.

Il caso. In teoria, Rosberg il giro buono doveva ancora giocarselo. Resta fregato perché mentre sferra l’ultimo attacco trova le bandiere gialle alla curva 2 per colpa di Hamilton che stecca il giro per testacoda. Insomma la Mercedes si taglia le gambe da sola. Alla fine Lewis chiude in P9, senza tempo perché la Fia gli cancella il primo crono per l’escursione oltre il cordolo dell’ultima curva.

Sassolini. Ferrari risale la china, guadagna la miglior qualifica dell’anno e piazza Alonso in quarta posizione; Raikkonen invece lotta con la prima curva: “Non riuscivo a farla, mi ha condizionato parecchio”. È ottavo, un secondo e mezzo dietro a Nando. Che nelle interviste assesta la stoccata: “La pole di Massa è straordinaria per lui. Del resto l’ho sempre detto, è il compagno di squadra più veloce che abbia mai avuto”.

I padroni. Buttano la croce sulla Renault, dicono stiano valutando di farsi il motore in casa, nel frattempo puntano sull’evoluzione del carburante che per il momento non dà granché. Sulla sua pista Red Bull fa un passo indietro, Vettel esce in Q2, tredicesimo, Ricciardo salva la faccia e si porta a casa la quinta piazza.

Tolleranza zero. Non c’è solo Hamilton nella lista degli indisciplinati dell’ultima curva: in tutta la sessione di qualifica la Federazione ha dovuto cancellare 14 tempi, due volte a Grosjean, addirittura tre a Ericsson. Whiting per la gara ribadisce: chi sgarra si becca il drive-through.

Restyling. Dal punto di vista tecnico è la stessa pista di dieci anni fa. Dal punto di vista affettivo invece il circuito di Spielberg qualcosa l’ha perso: le curve che una volta erano intitolate a Lauda e Berger e adesso sono appannaggio degli sponsor. Secondo Lauda, per ripicca perché lui e la Mercedes le stanno suonando alla Red Bull che ha comprato la pista.

Riesame. A coronamento di polemiche variopinte e contestazioni non tanto solide, Force India ha cercato di rovesciare la penalità di cinque posti che Perez s’è beccato per l’incidente con Massa a Montréal. La Fia ha riduscusso la telemetria perché Perez all’atto del giudizio era in ospedale e non poteva ribattere. Ma alla fine la sanzione è rimasta. Secondo i commissari Perez il diritto di difendere la traiettoria l’ha esercitato in zona di frenata. E il codice di condotta non lo permette.

Il futuro. La riunione straordinaria dei team manager ha bocciato il piano di ristrutturazione del week-end che voleva la cancellazione di una sessione di prove libere; è passata invece una delle idee più bislacche sullo spettacolo, la modifica dei fondi per fare scintille. E già nelle libere Rosberg e Raikkonen giravano con le piastre di titanio sotto la scocca per vedere l’effetto che fa.

L’ombra di Stefano. Conferenza stampa di venerdì, il giornalista della Bielorussia chiede a Marco Mattiacci: “Quando sei in difficoltà chiami Domenicali per chiedere aiuto e consigli?”. La risposta: “Lui è stato un valido elemento, quindi sì, lo chiamo e l’ascolto”. Nessuno è perfetto.

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