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Venerdì espresso: meno prove, meno spese? Tutti i dubbi delle squadre

venerdì 13 giugno 2014 · Regolamenti
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C’è un mese per mettere sul tavolo le controproposte per la riorganizzazione del formato del week-end. Per il momento l’unica via che il Gruppo Strategia ha tracciato in Canada suggerisce la cancellazione della prima sessione di prove libere nell’ottica di ridurre le spese. E non trova l’unanimità.

“Dal punto di vista tecnico – diceva Pat Fry nelle interviste a Montréal – si tratta di trovare il modo di affrontare un formato di questo tipo. Fare meglio i compiti a casa perché c’è una sessione in meno. Oggi proviamo i componenti in una sessione, le gomme nell’altra. Dovremmo pensare a combinare entrambe le cose, per cui c’è bisogno di essere un po’ più bravi con la preparazione”.

Secondo i top team è la strada giusta soprattutto perché consente di limitare il lavoro sulle macchine e di riflesso il numero di componenti che vengono progettati e mandati in produzione: “Pensate ai motori – faceva notare Paddy Lowe – che sono l’elemento più costoso per ogni squadra”.

È una proposta che comunque al momento non trova l’approvazione dei team più piccoli. Secondo Force India: “Non si risparmia niente. Noi per esempio usiamo le prime prove libere del venerdì per mandare in pista i piloti nuovi”. Che di fatto si comprano i test con gli sponsor e quindi finanziano le squadre che li fanno correre: “Se perdiamo questo introito ne risente lo sviluppo tecnico. Perciò non la ritengo una misura per ridurre le spese”.

E la pensa come Force India anche la Sauber, senza tirare in ballo i piloti con la valigia: “Per una squadra come la nostra – spiegava Gianpaolo Dall’Ara – il tempo in pista è prezioso perché ovviamente in termini di simulazione abbiamo più limiti degli altri team”.

L’altro aspetto della faccenda riguarda i promotori delle corse, perché una sessione in meno significa contrarre l’azione del venerdì. Col rischio di perdere quella percentuale di tifosi che cerca gli ingressi low-cost e si accontenta delle prove.

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