Monaco, effetto Rosberg, la Fia s’interroga: le idee per preservare le qualifiche
domenica 1 giugno 2014 · Regolamenti
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Prima del tweet – tardivo e ipocrita – e della foto che sigla l’armistizio per volontà della dirigenza della squadra, Hamilton di frasi velenose ne aveva sparate a raffica. Una, per esempio: “Vorrei farvi vedere la telemetria di Rosberg. Io l’ho guardata sabato sera e mi ha fatto ridere”.
L’ha guardata – chiaramente – anche la giuria della Federazione quando ha dovuto stabilire se la pole di Rosberg meritasse di essere salvata. Nel pool, a Montecarlo c’era Dereck Warwick che sul Daily Mail poi ha spiegato:
Non è mai facile decidere di retrocedere un pilota in fondo alla griglia. Si rischiano di influenzare diversi aspetti, probabilmente l’esito del Gran Premio, ma chissà, anche quello del campionato del mondo. Noi avevamo tutti i dati della Mercedes, inclusi quelli di Lewis, per sovrapporli a quelli di Nico. Avevamo i dati della Fia, le immagini on-board, quelle del circuito, le riprese dall’alto. Avevamo i tracciati dell’accelerazione, delle frenate. Tutto quello che serviva per prendere, si spera, la decisione più giusta.
Resta il fatto che Hamilton la sua chance di attaccare la pole l’ha persa, come l’aveva persa Alonso nel 2006 per il parcheggio di Schumacher alla Rascasse. Perciò adesso la Formula 1 cerca una soluzione, contro i furbi e più in generale contro qualunque imprevisto che allo scadere della qualifica possa congelare la classifica e ammazzare lo spettacolo.
Charlie Whiting già a Monaco suggeriva di allungare la sessione in caso di bandiera gialla, in modo da permettere a chiunque di giocarsi un ultimo tentativo. Non è detto sia la proposta vincente perché per cercare daccapo il giro perfetto le squadre hanno bisogno di gomme nuove e normalmente i treni se li sono già giocati.
Era interessante invece la proposta che lanciava Luca Filippi su SkySport: cancellare il miglior tempo oppure rallentarlo a chi determina la bandiera gialla negli ultimi minuti, a prescindere dalla volontarietà dell’errore, in linea con i regolamenti delle categorie americane. Ma in una gabbia di squali come il paddock, una squadra troppo smaliziata può pure arrivare a sacrificare il risultato della seconda macchina per difendere quello della prima…