Ferrari, in Canada il super motore. Ma intanto, a Montecarlo…
venerdì 23 maggio 2014 · Dal paddock
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Il regolamento non concede la libertà di una volta perché le norme ormai hanno omologato quasi tutto, però sulle mappature del motore qualche rischio va preso. E la Ferrari ci sta pensando. L’anticipava Luca di Montezemolo dopo la Spagna: “Un miglioramento in Canada, l’ho saputo dagli incontri dei giorni scorsi”. Lo ribadisce James Allison dal Principato di Monaco.
“Le uniche modifiche – spiega – sono concesse per ragioni di affidabilità, quindi non si può recuperare performance così. Ma ci sono diverse opportunità di guadagnare cavalli con gli stessi componenti, a mano a mano che migliora la fiducia su quanto spingerli al limite. Più si fanno test al banco, più si impara”.
In questa direzione si colloca lo step che il Cavallino mette a punto per Montréal: parametri di settaggio più aggressivi – e in un certo senso più rischiosi – per motore, centralina, turbocompressore e sistemi di recupero dell’energia, dopo una serie di interventi modesti su aerodinamica e meccanica.
L’ammette anche Allison: “Abbiamo portato alcune migliorie in Cina e hanno funzionato ragionevolmente bene. Anche in Spagna c’erano delle novità, ma erano meno significative“.
Del resto, se la Ferrari lavora gli altri non stanno a guardare: “Ormai le squadre hanno tutte quante le stesse strutture, per cui anche l’approccio è simile. Ecco perché non è facile raggiungere un livello di miglioramento che fa la differenza con gli avversari”.
A Montecarlo, infatti, niente illusioni. Alonso ha il tempo migliore nella seconda sessione di prove libere del giovedì. L’hanno aiutato un po’ le gomme un po’ l’asfalto misto. Ma la Mercedes in condizioni normali resta davanti. Pure la Red Bull è messa meglio: “C’è molto margine – riconosce Matador – e da qui alla fine della stagione potrebbe arrivare qualche buon risultato. Ma ci serve più trazione”. Che a Monaco conta tantissimo.