Calendario e Gran Premi: le clausole nascoste degli accordi con Ecclestone

domenica 4 maggio 2014 · Politica
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Se n’era parlato a marzo. Una gara a Baku, un progetto con lo sponsor di Flavio Briatore che in Azerbaigian ha diversi interessi economici e già ha messo in piedi una sede del Billionaire. Da Baku adesso il governo fa sapere che la firma c’è, la gara è prevista per il 2016, pare sulla pista cittadina che ha già ospitato il Gran Turismo.

Secondo l’Agenzia Nazionale del Turismo italiana e il Ministero degli Affari Esteri, l’Azerbaigian “è uno dei paesi a maggiore tasso di crescita fra quelli dell’ex Unione Sovietica”, ha realizzato degli indici di sviluppo paragonabili a quelli della Cina. E oggi, per qualsiasi paese in espansione, le ricerche dicono che la crescita passa anche attraverso lo sport e la Formula 1.

È successo in Cina come pure in Turchia, India e Corea che poi il posto fisso nel mondiale non l’hanno difeso. A proposito dell’India, Ecclestone ribadisce: “Vengano a Londra da me a ridiscutere il contratto”. Oggi invece restano irrisolte le controversie burocratiche sulle tassazioni delle squadre da parte del governo di Nuova Delhi.

Sono diverse le geometrie politiche che determinano il calendario di Formula 1. Per esempio già è saltata nel giro di un mese l’ipotesi di Long Beach che stava trattando il ritorno in calendario per il 2016 dopo vent’anni con l’Indycar e alla fine ha scelto le categorie americane almeno fino al 2018.

Ma thejudge13.com aveva svelato che il destino di Long Beach comunque dipendeva dall’abrogazione di una clausola che il Texas s’era fatto concedere nel 2012 all’atto di stipulare il contratto con Ecclestone per difendere l’esclusiva della Formula 1: il divieto assoluto di qualunque Gran Premio nel raggio di 1500 miglia da Austin.

Significa che allo stato attuale oltre che per Long Beach non c’è chance nemmeno per Città del Messico. A conferma di quanto fosse inconsistente l’inserimento del Messico nella bozza del 2014.

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