Gran Premio di Cina 2014, prove libere

venerdì 18 aprile 2014 · Roundup
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Per tutti, è l’uomo dagli occhiali scuri. S’è presentato così Marco Mattiacci e gli occhiali non li ha mai mollati, nemmeno in conferenza stampa: “Ho viaggiato in aereo per 40 ore negli ultimi quattro giorni”. Atterra a Shanghai e trova Alonso a pochi decimi da Hamilton; Raikkonen invece perde tutta la prima sessione per un guasto elettronico.

El segna semper lü. All’ingresso dei box, dove Hamilton nel 2007 s’era impantanato con la McLaren prima del pit-stop, Maldonado sfascia l’anteriore della Lotus nelle barriere: “Colpa mia”, confessa. Non può dire che il muro gli è andato addosso, ma sullo scontro con Gutierrez in Bahrain ancora è convinto che la responsabilità sia dell’altro…

Demagogia da bar. Montezemolo insiste con la critica ipocrita delle nuove regole: “Non permetteremo a questi signori di rovinare la Formula 1”. Chi siano “questi signori”, lui solo lo sa. La Ferrari ha un seggio nel Gruppo Strategia, ha più peso di tutte in virtù dei trascorsi storici e Montezemolo continua a incontrarsi privatamente con Ecclestone prima che gli altri team mettano bocca sulle proposte. Qualcosa non quadra.

La lezione di Arai. In conferenza stampa coi team manager c’era anche Yasuhisa Arai per l’Honda, che sostanzialmente ancora non c’azzecca niente perché il ritorno è previsto per il 2015, ma sottolinea un punto interessante, a beneficio di quelli che le nuove regole le contestano: “Torniamo proprio grazie a quelle. Spingono i costruttori a cercare efficienza di combustione. Ci aspettiamo che possa riflettersi sulla produzione di grande serie”.

Macché sciopero. È successo a Raikkonen nel 2013 con la Lotus, pare che adesso gli stipendi non siano stati ancora accreditati nemmeno a Grosjean, Sutil e Kobayashi. Secondo la stampa tedesca i piloti minacciano di non correre, invece secondo Hulkenberg è tutta una montatura: “Il tema è all’esame del sindacato perché ci sono degli aspetti che vanno migliorati, ma lo sciopero non è un pericolo”.

La carica dei manager. Sul tema dell’avvicendamento al vertice della Gestione Sportiva, Briatore sta con Mattiacci, che la Formula 1 l’ha vista solo in tv: “Tanto – dice a Repubblica – capire di corse non serve. Un team è un’azienda. Crea un prodotto che deve competere con altri prodotti. E il tuo ruolo è quello di assembleare un gruppo di gente, cercando di mettere ciascuno nelle condizioni di dare il massimo”.

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