PHOTO CREDIT · Mercedes AMG F1

Gran Premio di Malesia 2014, gara

domenica 30 marzo 2014 · Roundup
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Fa il vuoto e fa l’hat-trick, Hamilton afferra a Sepang la vittoria che un tubicino da quattro soldi gli ha negato a Melbourne. La furia pura ce la mette solo lui, perché Rosberg se la prende comoda e arriva 17 secondi dopo, 7 davanti a Vettel. Mercedes firma il risultato che oggettivamente le spetta, il trionfo con doppietta senza angosce né un inciampo.

La partenza. Si spostano tutti sul lato interno, alla faccia di Domenicali che nelle interviste si vantava delle piazzole pari perché secondo lui “c’è più grip”. La mossa di Vettel è rabbiosa, costringe Rosberg a sfiorare il muretto dei box. Al limite, ma nel limite.

L’eredità. Il flussometro della benzina gli va ko, lui deve applicare ai consumi il fattore di correzione che la Fia calcola in base alle mappe del motore; si pianta in pit-lane perché l’anteriore sinistra traballa dopo il pit-stop, allora per unsafe-release si becca subito 10 secondi di stop-and-go e pure 10 posizioni di retrocessione sulla griglia di Sakhir; ancora, rompe uno dei sostegni dell’ala anteriore sul cordolo esterno alla Sunway Lagoon. Insomma Ricciardo in tutto e per tutto pare abbia raccolto il lascito di Webber, anche nelle grane.

Sottotono. Il vanto del week-end resta l’intervento lampo per fissare il braccetto dello sterzo nelle qualifiche. La Ferrari corre ancora al risparmio, come a Melbourne. E come a Melbourne, arriva quarto Alonso che al traguardo getta occhiate inquisitorie a Mercedes e Red Bull. Non fa punti Raikkonen: buca la posteriore destra nella lotta con Magnussen al primo giro, deve resettare il drs e si fa doppiare a metà gara.

Fantasmi. Può andare dove gli pare, ma gli ordini di scuderia lo molestano dovunque. Massa nell’ultimo stint fa le spalle larghe e alza un muro davanti a Bottas che vuole acchiappare Button in P6. La Williams non ci sta, usa la stessa formula di ferrariana memoria: “Valtteri is faster than you”. Felipe se ne frega, ma la radio l’ha sentita: “Ho fatto la cosa giusta”. La squadra non concorda.

Tutto come allora. Il fattore gomme torna nell’equazione. Pirelli scrive su Twitter: “L’arte dell’undercut viene messa in pratica benissimo”. In parole povere: per battere l’avversario deve fermarti prima di lui. E infatti Alonso solo per un soffio manca il sorpasso su Ricciardo alla prima sosta.

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