Gran Premio di Malesia 2014, qualifiche
sabato 29 marzo 2014 · Roundup
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Il caldo, i flussometri, le gomme e la pioggia: adesso i temi sono tutti sul tavolo. A Sepang è una qualifica eterna, che scatta con 45 minuti di ritardo per via del maltempo e viene bloccata due volte con la bandiera rossa. Tra Hamilton e Vettel alla fine restano 55 millesimi. Seb assicura: “La pole era fattibile”. Horner ammette che il merito è anche dell’acqua.
Tutto in sei minuti. Scarsa visibilità, l’inserimento in curva con troppa leggerezza e il danno è fatto: Alonso e Kvyat si scontrano nella seconda eliminatoria, al tornantino Berjaya. Sulla Ferrari si rompe il braccetto della sospensione, i meccanici lo cambiano a tempo di record, nemmeno sei minuti, una gara nella gara contro il tempo che scorre. E Nando torna in pista a guadagnarsi l’accesso in Q3 e la quarta piazza dietro a Rosberg.
D’un soffio. In Australia quando era arrivato il temporale in qualifica, lui già era fuori. Il battesimo dell’acqua è disastroso per Ericsson che sbanda alla curva 3, esce rovinosamente nella via di fuga, rimbalza contro il guard-rail e torna in pista. Gutierrez per un niente non lo centra.
Sonde sballate. Sta preparando l’appello del 14 aprile, è convinta di stare nel giusto, ma nel frattempo Red Bull fa un passo indietro rispetto all’Australia perché accetta di montare il flussometro ufficiale. Riconosce in pratica che la regola c’è e va osservata. Ma Horner insiste: “Le sonde della Fia sbagliano anche del 2%, è tantissimo. O si migliorano oppure vanno eliminate”.
La polemica. Pure Vettel s’è voluto sporcare le mani nella lagna sul rumore dei nuovi motori: “È una m***a, al bar c’è più chiasso”. Ecclestone però ammette che dal vivo “non è così male come uno si aspetta”. E sulla nuova formula, una riflessione interessante arriva da Motorsportrants.com: “Si sta sviluppando una tecnologia che ritroveremo nelle nostre vetture in futuro. Pagare 2 euro un litro di benzina non sarà così bello, quindi ben vengano sperimentazioni in campo motoristico sui consumi”.
Bug e favole. Sul male oscuro che ha tarpato la Ferrari a Melbourne, prende piede l’ipotesi che la centralina non abbia disattivato il flag della modalità di partenza. In altri termini: le rosse hanno girato senza recupero d’energia fino al reset del primo pit-stop. Secondo Omnicorse la colpa è della Fia, ma il Cavallino non ha protestato per “non inscenare un piagnisteo”. Più probabile, piuttosto, che la responsabilità sia interna: ci sono delle parti di codice che le squadre possono scriversi in proprio e non è detto che il dialogo con il resto dei programmi sia indolore.