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Quei motori senza rombo. Shock, pretesti e ironia: “Ma ci farete l’abitudine”

giovedì 20 marzo 2014 · Dal paddock
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È un rombo strozzato, ha scosso quelli che ancora non l’avevano sentito nei test invernali. A Melbourne in pit-lane Vijay Mallya stava senza cuffie antirumore: “Abbiamo bisogno di un suono da Formula 1”. Osservava Martin Brundle: “È qualcosa su cui intervenire l’anno prossimo”. Onomatopeico il tweet di Raffaele Marciello: “Motori V12 vroooom, motori v10 vrooom, motori v8 vroom, adesso vrom, domani zzzzz”.

L’aspetto sonoro dei motori ibridi ha assunto le proporzioni di un problema concreto e i giornalisti l’hanno portato in conferenza stampa.

“Personalmente – diceva Claire Williams – mi piace il suono dei nuovi motori. Credo che la gente ci farà l’abitudine. Alla fine abbiamo avuto così tante modifiche in tanti anni di corse da dimenticare quale fosse il suono dei motori di una volta. E poi la gente vuole soltanto una bella corsa la domenica, per cui finché siamo in grado di assicurarla, ogni discussione tendenziosa cade da sè”.

Però i comitati che promuovono le gare non ci stanno. Loro oltre allo spettacolo voglio un gran baccano. Nel 2012 per bloccare il ritorno al turbo hanno fatto coalizione. Dall’Australia adesso confermano: “Quello che abbiamo visto in pista non è quello che abbiamo comprato“. È il pretesto per ridiscutere i contratti. Perciò è un anno che Ecclestone pretende una sistemazione artificiale per amplificare il rumore. Dice: “Il frastuono della Formula 1 è una componente affascinante che fa parte del marchio”.

Spiegava Toto Wolff: “Se ci tenete al suono dei motori allora torniamo ai V10 oppure ai V12 e non andiamo sull’ibrido. Questa è una tecnologia moderna, questa è la direzione per le stradali, ridimensionamento è la parola d’ordine. Bisogna accettare che è cambiata la formula. Tra un paio di corse queste macchine saranno più veloci delle vecchie. Al suono si farà l’abitudine”.

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