Esautorato a chi? Ecclestone abbozza il futuro: Baku, Long Beach, forse Delhi
giovedì 6 marzo 2014 · Politica
tempo di lettura: 2 minuti
Non è più il capo formale, ma tutte le pratiche politiche continua a seguirle lui malgrado un processo che incombe. Bernie Ecclestone abbozza il calendario degli anni a venire, sonda mercati nuovissimi, si sbarazza di quelli su cui scommetteva fino a cinque anni fa. L’India per esempio.
Nuova Delhi già quest’anno non è in lista, ufficialmente deve valutare la possibilità di anticipare la corsa da ottobre alla prima metà del campionato. In realtà non viene a capo della vecchia grana congenita sulla tassazione delle squadre.
Perciò Bernie non promette nulla: “Per come stanno le cose adesso, l’India non ci sarà nemmeno l’anno prossimo. Forse nel 2016. Stanno gradualmente intervenendo sulla burocrazia”.
Resta sospeso anche il destino del Nürburgring che l’anno scorso s’era guadagnato una riconferma risicata. Dalla Germania, F1WEB.it aveva saputo che i proprietari stavano cercando “uno o più investitori”. Bernie ammette che ci ha provato anche lui: ha messo sul piatto 50 milioni di dollari, ma qualcuno ha pagato di più, 70 secondo la stampa tedesca. E potrebbe trattarsi di una cordata di Miami. Sul futuro della Formula 1 al vecchio inferno verde, Ecclestone comunque non si sbilancia: “Dipende da chi se lo compra”.
Perciò nel frattempo guarda altrove. Long Beach per insistere sul programma di rilancio della Formula 1 negli States, dal momento che la prospettiva di correre a Port Imperial in New Jersey rimane un’incognita perenne.
Ma c’è in ballo pure il debutto a Baku in Azerbaigian. Il progetto lo sponsorizza Flavio Briatore che già ha voluto una sede del Billionaire e per tutti è diventato Bling King of Azerbaigian. Luca di Montezemolo al Salone di Ginevra s’è fatto scappare che la Ferrari “a maggio entrerà nel sessantatreesimo mercato, l’Azerbaigian”. Le coincidenze. Com’era successo per l’India, le mosse commerciali di Bernie fanno gli interessi globali.
