Eric Boullier, palle e cervello: cinque buoni motivi per portarlo alla McLaren
lunedì 17 febbraio 2014 · Mercato
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Ha voluto fare un tour nel museo del Technology Centre di Paragon, si è soffermato sulla macchina che da ragazzino l’aveva fatto impazzire, la MP4/4 del primo mondiale di Ayrton Senna. È cominciata da lì la nuova avventura di Eric Boullier che nel 2014 passa dalla Lotus alla McLaren, a ricoprire una parte delle mansioni che fino all’anno scorso erano assegnate a Martin Whitmarsh.
Nell’organigramma della nuova McLaren, è lui il nuovo racing director. Gli altri incarichi che prima erano di Whitmarsh passano invece a Ron Dennis.
Ingegnere aeronautico, Boullier studia al politecnico di Tolosa, nel 2002 entra nel mondo delle corse con Racing Engineering in World Series, nel frattempo si occupa di sponsorizzazioni nel motorsport attraverso Gravity Management, nel 2010 approda alla Renault dopo l’esperienza con la Dams in GP2 e con il team France in A1GP.
Secondo la stampa inglese, per scuotere Woking dal torpore l’ha indirizzato Bernie Ecclestone. Infatti Neil James su bleacherreport.com ha trovato almeno cinque motivi per cui Boullier può essere l’uomo giusto per la McLaren. E un’assenza pesante per la Lotus.
Primo: conosce il lato tecnico, parla la stessa lingua degli ingegneri. Secondo: fino all’ultimo ha seguito il lavoro che la Lotus ha condotto in inverno sulla E22, può svelare qualche segreto, forse roba da nulla, in ogni caso un po’ di dettagli. Terzo: ha agganci nel Medio Oriente, può procurare degli sponsor in un’area geografica strategica, alla squadra che a gennaio ha presentato la nuova macchina senza loghi commerciali sulla livrea. Quarto: ha risollevato la Renault dopo la cacciata di Flavio Briatore, l’ha riportata a incalzare i big. Quinto: ha tenuto insieme la Lotus per tutto il 2013 malgrado i dipendenti non venissero pagati e le finanze fossero crollate. Palle e cervello.