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Coulthard come Woods e Federer: Red Bull fa show a Dubai sul tetto del mondo
venerdì 1 novembre 2013 · Fuori tema
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I tondi che a Sebastian Vettel sono costati l’ammonizione alla fine del Gran Premio d’India, li ha ripetuti David Coulthard per celebrare i titoli alla vigilia del Gran Premio di Abu Dhabi, pure lui sulla Red Bull, in una location del tutto inedita e del tutto spettacolare, a 210 metri d’altezza sulla piattaforma d’atterraggio dell’elicottero del Burj Al Arab, l’albergo a forma di vela che domina Jumeirah Beach a Dubai.
Fra i più lussuosi del mondo, il Burj Al Arab – letteralmente, la Torre degli Arabi – nasce nel 1999 dall’ambizione dello sceicco di Dubai, che chiede a Tom Wright qualcosa di sorprendente e immediatamente riconoscibile sullo skyline di Dubai. Come l’Opera House di Sydney o la Torre Eiffel a Parigi.
Per metterlo in piedi ci vogliono sei anni, è alto 321 metri, conta 28 piani, 18 ascensori e 202 camere, la più piccola misura 169 metri quadrati, la più grande supera i 750. Ogni suite ha il suo maggiordomo.
È costato 650 milioni di dollari, si autocelebra come “l’unico a sette stelle”, malgrado il mondo gliene riconosca comunque soltanto cinque. E la sua ombra non copre mai la spiaggia, a qualsiasi ora del giorno.
Lo show è toccato a Coulthard che resta sotto contratto con l’energy drink per le iniziative più assurde: “Mi sono divertito, mi fa sempre piacere quando la Red Bull mi coinvolge. Penso siano venute fuori delle belle foto”. Nel 2008 la squadra l’aveva mandato a Pamplona alla festa di san Firmino, al posto dei tori.
Nemmeno l’eliporto è nuovo alle iniziative spettacolari, chiaramente tutte a scopo pubblicitario con altissimo impatto mediatico: Tiger Woods ci ha giocato a golf nel 2004; Andre Agassi e Roger Federer si sono allenati a tennis nel 2005; Dani Torres si è esibito con la KTM nel 2012 per promuovere l’appuntamento con gli X Fighters; l’Aston Martin a gennaio ci ha depositato una Vanquish rossa fiammante per celebrare il centenario della fondazione.