Elio, berillio e uranio impoverito: viaggio tra gli elementi proibiti della Formula 1

giovedì 24 ottobre 2013 · Tecnica
tempo di lettura: 2 minuti

È una specie di vetro con pigmenti opacizzanti: secondo quanto svelava in esclusiva f1analisitecnica.com, lo stanno usando alcune squadre per rivestire l’interno dei cerchioni. Si chiama Polysil e per la Formula 1 rappresenta l’ultima frontiera in tema di materiali, un settore in cui il circo dei motori investe parecchio. Anche se i regolamenti ogni tanto qualche elemento lo proibiscono. Talvolta per ragioni puramente politiche.

Elio. Confrontato con l’aria ha una densità più bassa, per cui nelle pistole del cambio gomme consente velocità di serraggio più alte. Ma all’inizio del 2012 la Fia lo mette al bando. Il divieto si inserisce nel contesto delle misure a favore dell’ambiente, perché il gas dei palloncini è una risorsa non rinnovabile. Di fatto, perde un vantaggio la Mercedes che per prima ha cominciato ad usarlo per accelerare i pit-stop.

Berillio. Nel 1998, Ross Brawn – che all’epoca lavora per il Cavallino Rampante – si insospettisce perché secondo lui i motori della Mercedes hanno pistoni a corsa maggiore ma girano comunque allo stesso regime della Ferrari: “Come ci riescano lo sa solamente Dio”. Più avanti lo sa anche il paddock: la Mercedes impiega il berillio in lega con l’alluminio per pistoni e cilindri. In questo modo riduce i pesi e migliora la conducibilità termica. Ma la lavorazione del berillio può provocare una reazione infiammatoria alle vie respiratorie che in casi avanzati conduce al cancro ai polmoni. Perciò per il 2000 la Fia esclude ogni materiale con modulo di elasticità superiore a 40 GPa: così il berillio diventa fuorilegge e la Ferrari vince la sua battaglia politica.

Uranio impoverito. Viene utilizzato nelle munizioni militari, ma anche in campo civile come contrappeso degli alettoni sugli aerei, in virtù di una densità altissima. Alla fine degli anni Novanta si sparge la voce di un interessamento anche da parte della Formula 1 per la produzione delle zavorre. Grandprix.com scrive che i team vanno a rifornirsi direttamente in Russia. Peacelink.it riporta la testimonianza di un motorista del paddock che dice: “L’uranio impoverito è il contrappeso ideale per un albero motore all’avanguardia”. Sono gli anni in cui in Italia si parla della sindrome dei Balcani: l’esposizione all’uranio può determinare tumori e patologie. La Formula 1 alla fine mette al bando l’uranio con la motivazione ufficiale di contenere i costi.

Brawn, Ferrari, Fia, Mercedes,