Tre gare di fila senza pausa nel 2014: la Formula 1 verso i team di sostegno
mercoledì 2 ottobre 2013 · Dal paddock
tempo di lettura: 2 minuti
Il primo campionato nel 1950 si articolava su 7 eventi, invece quello del 2014 – in base al calendario che la Fia ha approvato a Dubrovnik – ne conta 22, perché il New Jersey si aggiunge alla lista dei 21 che era trapelata a Monza. Ecclestone sussurra: “Le gare saranno 20, massimo 21”. Nel frattempo comunque le squadre prendono le misure per rispondere a quella che in termini di logistica è una sfida durissima: tre gare in tre week-end consecutivi.
A Monte-Carlo il 25 maggio, poi a Port Imperial il 1° giugno – praticamente da un continente all’altro – e ancora a Montréal sette giorni dopo, per effetto del congelamento della data del 15 giugno che la Federazione s’era riservata per la 24 Ore di Le Mans e che Ecclestone non ha potuto impegnare per dare respiro alla concentrazione dei Gran Premi.
Il triple-header, vale a dire la successione di tre gare nell’arco di tre week-end senza pausa, nel motomondiale è già realtà. E quest’anno capita non una, ma due volte: Indianapolis, Brno e Silverstone in batteria così come Sepang, Phillip Island e Motegi. Per cui tutto sommato non è una missione impossibile: “Se possiamo fare due gare di fila – riconosce Sam Michael della McLaren – significa che se ne possono fare anche tre”. Del resto: “La Formula 1 si pone degli obiettivi che normalmente non sono possibili. Quello di cui stiamo parlando non è nemmeno il più difficile che abbiamo affrontato“.
All’atto pratico resta il nodo del personale: “Le attrezzature e gli aerei non si stancano. La gente sì”. Perciò ogni team va verso la costituzione di due squadre separate, una per la logistica e l’altra per le corse, mentre oggi i meccanici che seguono i Gran Premi sono anche quelli che materialmente si occupano di imballare il materiale e spedirlo da un circuito all’altro.
“Adesso tra una corsa e l’altra ci sono di solito due settimane, quindi si può usare il team di gara per attrezzare i garage. Se andiamo verso i triple-header ci può essere la necessità di avere un team di sostegno, che non sia per forza enorme, ma si occupi di piazzare le strutture prima che arrivi la squadra maggiore”. Il che ovviamente comporta un esborso finanziario che per i big è perfettamente sostenibile. Per i piccoli non tanto.