I rischi dell’autostop: Webber e Alonso ammoniti. Ma fare i tassisti non è vietato

lunedì 23 settembre 2013 · Regolamenti
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Mentre Vettel si prendeva il suo orgasmo dopo un pomeriggio da maschio dominante, l’altra Red Bull andava a fuoco giusto all’ultimo giro. Webber s’è fermato alla curva 7 e per tornare ai box ha preso uno strappo da Alonso: l’ha bloccato, è montato sulla Ferrari e si è fatto condurre in pit-lane nel giro d’onore. Tre ore dopo erano entrambi in direzione gara di fronte ai commissari che già in Germania nel 2011 gli avevano risparmiato la sanzione per un episodio identico a parti invertite.

All’epoca Speed Week registrò la dichiarazione anonima di uno dei giudici di corsa: “Se avessimo applicato il regolamento con rigore, la gente non avrebbe capito”. A Singapore invece la giuria – che era capitanata da Derek Warwick – non se l’è sentita di chiudere un occhio. A Webber la FIA ha rimproverato l’infrazione dell’articolo 30.9 che vieta ai piloti di “entrare in pista senza il permesso di un commissario nell’intervallo che va tra l’inizio del giro di formazione e l’istante in cui l’ultima macchina raggiunge il parco chiuso”.

Formalmente, la sanzione si configura come ammonizione. Ma Webber si era già preso due cartellini gialli, uno in Bahrain per la collisione con Rosberg e un altro in Canada per aver ignorato le bandiere gialle, per cui l’infrazione di Singapore gli costa la retrocessione di dieci posizioni sulla griglia a Yeongam.

La Red Bull adesso valuta la possibilità di chiedere un riesame. Perciò Chris Horner domenica sera provava a sminuire: “Onestamente, non ho visto il video, ma penso sia stato comunque simpatico per gli spettatori. Se i piloti non potessero mostrare emozioni sarebbe un peccato. Ci sono cose che restano impresse, come l’immagine di Mansell che dà un passaggio a Senna“. Ma anche come il ricovero in ospedale di Giacomelli che a Montréal nel 1983 perde l’appiglio e ruzzola per terra mentre Rosberg gli dà uno strappo ai box.

Quella di Alonso e Webber è una leggerezza imperdonabile anche perché da un video amatoriale su YouTube si vede che Mark prima di salire sulla Ferrari viene sfiorato pericolosamente da Raikkonen e Hamilton. Oltre al fatto che Alonso per caricarlo a bordo si ferma in traiettoria dopo la svolta e perciò si becca pure lui un’ammonizione.

Anche in questo caso però non è l’autostop in sé che produce la condanna, perché la reprimenda scaturisce dal fatto che Alonso “agisce in una maniera pericolosa per altri piloti e altre persone”. Infatti la FIA fa riferimento a “due macchine costrette a schivare” la Ferrari. Ma alla lettera non c’è nessuna norma che vieta di fare i tassisti. E se Alonso anziché in mezzo alla pista si fosse fermato nella via di fuga, la tirata d’orecchie se la sarebbero risparmiata sia lui che Webber.

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