La burocrazia blocca l’India: esce per un anno la gara di Nuova Delhi
mercoledì 31 luglio 2013 · Politica
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È un puzzle con troppi tasselli, per cui Bernie Ecclestone comincia a metterne da parte qualcuno. La prima tappa che resta fuori dal calendario del 2014 è quella dell’India, per ragioni che ufficialmente sono di carattere organizzativo. Spiega Ecclestone alla stampa locale: “Avevamo firmato con l’India un accordo per avere la gara nella prima metà del campionato, poi invece loro l’hanno voluta in ottobre. Ma adesso è il momento di anticiparla”.
Secondo le valutazioni del comitato che promuove il Gran Premio a Jaypee, correre nel 2014 ad ottobre e poi un’altra volta a marzo nel 2015 significa mettere in piedi due eventi troppo ravvicinati. Anche perché già normalmente il Gran Premio non brilla in termini di affluenza di pubblico e resta un enclave in un Paese dove la povertà tocca livelli da terzo mondo.
Perciò l’India l’anno prossimo si prende una pausa mentre la società di Ecclestone e le autorità cercano di venire a capo di quella che dietro l’ufficialità delle dichiarazioni resta la motivazione principale del rinvio: il peso della burocrazia indiana.
I responsabili della pista in settimana l’ammissione la facevano: “La FOM è estremamente delusa dal modo in cui la Formula 1 viene tassata dal governo” quando invece “gode di benefici fiscali in altri Paesi del mondo”. La controversia nasce nel 2011, all’epoca del debutto dell’India nel circuito iridato, perché dal punto di vista del governo di Nuova Delhi il Gran Premio non si classifica come sport, quanto come intrattenimento. E come tale impone di tassare le squadre.
Dal 2011 c’è un accordo di massima per istituire una zona franca e importare senza spese tutto il carico tecnico del circus. Ma in via precauzionale la Corte Suprema vuole dagli organizzatori un deposito del 25 percento dei proventi della vendita dei biglietti su un fondo di garanzia, per recuperare le imposte che i team non hanno intenzione di pagare.
Lunedì anche Ecclestone quando ha cominciato a ventilare l’ipotesi di cancellare il Gran Premio faceva riferimento a ragioni politiche.