Young Driver, la logica deviata degli stage. A Silverstone l’ultima finestra
sabato 20 luglio 2013 · Test
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La finestra dei test che impongono di schierare le nuove leve si è chiusa venerdì sera. E non c’è l’intenzione di riaprila perché il Consiglio Mondiale della FIA non l’ha inserita nel programma del 2014. Né le squadre hanno fatto pressione perché lo facesse. Significa che d’ora in poi un team che vuole svezzare i talenti deve esplicitamente sottrarre chilometri ai titolari nelle giornate ufficiali.
Lo spirito comunque già s’era smarrito. Ai livelli bassi della griglia come a quelli più alti. La logica degli stage non sempre tende alla formazione. Anche nel paddock. I piccoli team i volanti li assegnano a chi se li compra. I big le prove le frammentano e le anticipano a favore dello sviluppo tecnico. Hanno strumentalizzato l’emergenza gomme per aprire il test di Silverstone ai titolari, poi non tutti ce li hanno mandati quando la FIA s’è rifiutata di rilassare i vincoli tecnici.
Alla fine quelli che hanno fatto notizia già erano sorvegliati speciali prima ancora di scendere in pista.
Daniel Ricciardo. Sulla Red Bull è andato più piano che sulla Toro Rosso e si è pure insabbiato: “Però credo che ho dimostrato cosa so fare. Adesso vediamo come si mettono le cose”. In corsa per il posto che si libera a fine anno con la partenza di Mark Webber verso Le Mans ci sono solamente lui e Kimi Raikkonen. L’ha ammesso Chris Horner tra le righe: Vergne non è della partita.
Davide Rigon. Tre giorni consecutivi di test sulla Ferrari non li aveva mai fatti, dal momento che il suo ambiente è il simulatore. Per la Scuderia è un ripiego dopo il rifiuto di Alonso e l’obbligo di Bianchi con Marussia. Rigon però la sua soddisfazione se l’è presa perché venerdì nel confronto diretto con Massa è andato 40 millesimi meglio.
Davide Valsecchi. Con Raikkonen in bilico tra Lotus e Red Bull, il suo è più un esame che un test. Lui comunque è il primo a spegnere gli entusiasmi sull’avanzamento di carriera: “Per come la vedo io, me lo meritavo di più alla fine dell’anno scorso, quando ero campione di GP2. All’epoca mentalmente ero un leader”.
Susie Wolff. Dopo l’incidente a Maria de Villota, è rimasta lei l’unica donna alla carica verso la Formula 1. Il primo test in pista con la Williams doveva farlo nel 2012 e poi all’ultimo minuto le subentrò Valtteri Bottas. Aveva un obiettivo: “Segnare un tempo di 1:34”. Ha fatto 1:35.093, a 9 decimi da Maldonado.