Alla Ferrari comanda Alonso: è Vettel l’unico big ai test delle gomme
giovedì 18 luglio 2013 · Test
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Dal punto di vista dei pneumatici, un elemento chiave lo sottolineava Alonso in Germania: “La gara non è significativa perché queste gomme le usiamo solo stavolta”. Da Budapest i pneumatici diventano un ibrido tra le mescole del 2013 e le strutture dell’anno scorso. Un mix che le squadre sperimentano a Silverstone, in quelli che dovevano essere i test dei giovani e poi dopo la crisi che si è aperta in Gran Bretagna sono diventati ufficialmente i test delle gomme.
Mercedes con l’appiglio dell’emergenza ha provato a rientrare in ballo dopo l’esclusione che è scaturita dal procedimento giudiziario per la violazione di Barcellona. E la battaglia l’ha persa.
Ma sull’aspetto della sicurezza hanno fatto fulcro anche le altre per ottenere dalla Federazione l’ampliamento dei test ai titolari. Qui Jean Todt ha ceduto: “Per consentire ai team di girare con i piloti che ritengono più idonei a svolgere il lavoro di sviluppo sulle gomme”.
Sta di fatto che la FIA la puzza d’imbroglio l’ha sentita e non s’è fatta mettere nel sacco, per cui mercoledì mattina ha inoltrato la circolare che ribadiva il vincolo per la sperimentazione concessa ai titolari: gomme e stop, dal momento che fatta eccezione per i collaudi in rettilineo, l’autorizzazione per lo sviluppo dei componenti tecnici vale solo per le nuove leve.
A fronte della puntualizzazione di Parigi, sia Red Bull che Lotus hanno riorganizzato le prove e hanno fatto sapere a Webber e Raikkonen che dovevano restarsene in ferie: “Perché abbiamo calcolato – dice Alan Permane della Lotus – che con Kimi avremmo potuto svolgere un programma molto limitato. E questo avrebbe compromesso gli altri sviluppi che invece avevamo intenzione di testare”.
L’ha detto anche Alonso su Twitter: “Non vado perché non mi viene permesso di provare. Piuttosto, ho da fare al simulatore”. Quella di Matador comunque è una posizione più complessa, perché lui si era chiamato fuori dai test già prima che la FIA mettesse in chiaro le limitazioni e ne aveva fatto una questione di principio: “Io non sono il collaudatore della Pirelli. Non possono ordinarmi di andare ai test”. E sulla stessa linea si era espresso anche Jenson Button.
Il danno la Ferrari lo subisce. Non tanto sotto il profilo tecnico, quanto nell’immagine e nella solidità della leadership del team. Il 3 luglio Massimo Rivola anticipava che la criticità della questione delle gomme imponeva “ovviamente di condurre il test con i titolari”. E precisava: “Non avrebbe senso con i giovani che non hanno l’esperienza necessaria per dare un feedback”. Poi invece ha vinto Alonso che puntava i piedi.
Per cui alla fine a Silverstone nella schiera dei top team gli unici titolari sono rimasti Vettel e Massa. Perché in linea di principio pure agli altri le rispettive squadre non hanno nemmeno imposto l’obbligo morale di provare le nuove mescole. A dimostrazione di quanto fosse pretestuosa la misura d’urgenza che avevano addotto in prima istanza.