PHOTO CREDIT · Bonhams Fine Art Auctioneers & Valuers
Auto storiche, rifugio in tempo di crisi: 20 milioni per la Mercedes di Fangio
sabato 13 luglio 2013 · Amarcord
tempo di lettura: 2 minuti
Diciassette milioni e mezzo di sterline, l’equivalente di venti milioni e trecentomila euro, per il telaio 00006/54 in versione a ruote scoperte della Mercedes W196 che Juan Manuel Fangio guidava nel 1954 quando si è aggiudicato il Gran Premio di Germania al Nürburgring e quello di Svizzera a Bremgarten nella stagione che l’avrebbe condotto verso il secondo trionfo iridato nel campionato del mondo di Formula 1.
La scocca è in struttura reticolare in tubi di magnesio saldati; il motore è un otto cilindri in linea bialbero da 2.5 litri in posizione frontale, disassato rispetto all’asse longitudinale della macchina per permettere il passaggio dell’asse di trasmissione.
Due le versioni del corpo vettura: quella a ruote scoperte per le piste tortuose l’ha guidata in esibizione Lewis Hamilton una settimana fa al Nürburgring; sul modello carenato per i percorsi veloci invece si era esibito Michael Schumacher nel 2011.
Della vendita si è occupata la casa d’aste Bonhams nel corso del Festival di Goodwood. E il telaio prudenzialmente era valutato a 5.7 milioni di euro. Invece ha raggiunto la cifra più alta mai pagata all’asta per un’automobile. Il record precedente risaliva al 2011, quando per una Ferrari 250 Testa Rossa vennero sborsati 10 milioni e mezzo di sterline, vale a dire circa 13 milioni di euro al cambio dell’epoca.
Secondo Doug Nye che scrive di storia dell’automobile sul Daily Telegraph, il valore c’è tutto: “La prima volta che l’ho vista avevo bisogno di ossigeno. La macchina è un punto di riferimento per la tecnologia. Come era un riferimento il pilota che l’ha guidata”. Prima che venisse messa all’asta era abbandonata in un deposito: “È un po’ trasandata, ma non è questo il punto. Oggi le auto veramente rare non sono restaurate, perché il restauro si porta via un pezzo di storia”.
Il prezzo d’asta ad ogni modo è schizzato alle stelle anche per via di una tendenza generale. Lo spiega il sito 0-100.it: “Le auto storiche hanno raggiunto la stessa qualificazione dell’oro. Nei periodi di crisi diventano uno straordinario bene rifugio, in grado di soppiantare gli investimenti in beni durevoli tradizionali come per esempio il mattone”.
Perciò non è un caso che nella stessa asta la Maserati 300S del ’55 sia stata battuta a 4 milioni di sterline. Nella storia è il prezzo più alto per una macchina del Tridente.