Test proibiti, Mercedes e Pirelli solo ammonite, perché la FIA fa mea culpa
venerdì 21 giugno 2013 · Test
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Teoricamente, in base allo statuto del Tribunale Internazionale, la Mercedes a Parigi poteva aspettarsi di tutto. Dalle squalifiche alle multe. Invece se la cava con un’ammonizione e con il divieto di prendere parte per quest’anno ai test dei giovani. Un modo per compensare il vantaggio di sviluppo che il team già si è assicurato con la sessione segreta di Barcellona.
Si becca un’ammonizione anche Pirelli per aver calpestato i principi di trasparenza del contratto di fornitura. La casa della Bicocca però era serena e non si aspettava condanne, sulla base del precedente della Michelin che nel 2005 uscì pulita dal processo per l’oltraggio di Indianapolis, perché un fornitore non è un concorrente, quindi non è direttamente soggetto ai regolamenti sportivi della FIA e non è nemmeno sanzionabile.
Ma fondamentalmente resta perplesso Chris Horner che a Monte-Carlo insieme con Stefano Domenicali aveva presentato ufficialmente il reclamo contro il test della Mercedes. Rimarca il fatto che a girare a Barcellona per la stella a tre punte c’erano Rosberg e Hamilton: “Provare con i titolari anziché con i collaudatori – dice al blog di Adam Cooper – è sempre preferibile”. Per cui, tirate le somme, pur bandito dai test dei giovani – a Silverstone, dal 17 al 19 luglio – il team di Ross Brawn non si perde niente. Perciò la dirigenza due ore dopo la sentenza già escludeva il ricorso.
Sta di fatto che il giudizio del tribunale della FIA non è piaciuto neanche alla Ferrari che contrariamente all’indifferenza formale che professa, le sentenze invece le commenta eccome, dietro il paravento grottesco del Grillo Rampante che alla fine una critica seria la trasforma in una reazione scomposta da forum estremista: “Sta diventando noioso questo andazzo che ha preso la Formula 1”. Ancora: “Come quando ti annullano un gol regolarissimo o te ne danno uno inesistente”.
Nemmeno un cenno alle nuove accuse avanzate dalla Mercedes, che forse un minimo di approfondimento lo meritavano, se non una smentita fondata su un brandello di prova.
La verità è che la Federazione tra le righe del comunicato una certa responsabilità l’ammette. Come a Shanghai, dove c’erano otto piloti sotto inchiesta per uso non consentito del DRS e il potere sportivo scelse la strada del condono perché il sistema centralizzato di controllo era in panne. Scrive adesso la FIA che tutta la vicenda delle prove private “ha insegnato una lezione” e che d’ora in poi “si assicurerà, con l’aiuto delle squadre di Formula 1, di rafforzare il controllo sui test“. Perché al di là dei dibattimenti, restano i dubbi sui vantaggi acquisiti nei test. Dalla Mercedes quanto dalla Ferrari.