Test, slitta il verdetto sulla Mercedes. Che lancia (nuove) accuse alla Ferrari
giovedì 20 giugno 2013 · Test
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Piove a Parigi, ma all’udienza del Tribunale Internazionale il clima è rovente. C’è Ross Brawn. C’è Paul Hembery con gli avvocati di Pirelli. C’è anche Chris Horner che si è presentato a sorpresa. Manca invece il verdetto. Per quello la FIA si prende un giorno in più rispetto alle promesse della vigilia.
Nel frattempo da Place de la Concorde filtrano dichiarazioni e dettagli. Brawn insiste sulla buona condotta: “Ci siamo mossi in buona fede”. Rosberg e Hamilton però giravano coi caschi camuffati. Su questo punto il team spiega: “Mancava personale di sicurezza e volevamo proteggerci. Adesso capiamo di aver innescato dei sospetti”.
La Mercedes comunque tira in ballo un’email di Charlie Whiting con l’autorizzazione a procedere. Secondo la Federazione è un punto irrelevante perché il nullaosta doveva arrivare dal Consiglio Mondiale. Aggiunge Horner: “La loro difesa non mi ha convinto”. La posizione di Whiting in ogni caso resta ambigua.
La parte più interessante del dibattimento però è quella che chiama dentro un’altra volta la Ferrari. La FIA all’inizio citava anche Maranello, poi a processo ha chiamato soltanto la Mercedes perché dalle indagini preliminari la condotta della rossa non è risultata fraudolenta.
Sta di fatto che quella della Ferrari è un’assoluzione frettolosa che la stella a tre punte non digerisce, perché “le differenze di performance tra le macchine del 2011 e del 2013 sono minime”. Per cui: “Pure la Ferrari – dicono gli avvocati di Stoccarda – ha infranto le regole”.
E la posizione del Cavallino secondo la Mercedes è aggravata dalla modalità di organizzazione delle prove perché dalle analisi risulta che la Scuderia si è pagata le prove di tasca sua per cui a differenza della Mercedes – che ha girato al buio e veniva sovvenzionata da Pirelli – ha beneficiato di informazioni di favore. Quelle che il 3 maggio il marchio della Bicocca ha inviato a Hirohide Hamashima – il medico delle gomme che la Scuderia ha soffiato alla Bridgestone – circa i dettagli della sperimentazione delle nuove mescole.
Ciliegina sulla torta: il test segreto di Barcellona che la Ferrari si è sparata con Pedro de la Rosa dopo il Bahrain non sarebbe neanche il primo. Nel 2012 ne aveva portato a termine un altro già Felipe Massa. Mille chilometri in silenzio anche allora e sempre in Spagna. E nemmeno la Mercedes aveva trovato da ridire prima di finire alla sbarra.
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