Gran Premio di Spagna 2013, gara
domenica 12 maggio 2013 · Roundup
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Quando funziona, è un’alchimia vincente. Tra le gomme, la F138 e chi la guida: Fernando Alonso trionfa nella gara di casa e ricuce parte dello strappo che si era aperto in classifica per il guasto del DRS in Bahrain. Kimi Raikkonen arriva secondo, Felipe Massa completa il podio davanti a Sebastian Vettel.
Il retroscena. In tv non s’è percepito, ma la gara di Alonso stava per andare all’aria per colpa di una foratura. La Ferrari ha identificato in tempo un calo anomalo della pressione del pneumatico e ha anticipato la chiamata all’ultimo pit-stop. Paul Hembery alla BBC rivela: “Se Alonso avesse fatto anche solo un altro giro, allora il problema sarebbe stato serio”.
La bandiera della discordia. Dopo la gara Alonso è finito sotto inchiesta per via della bandiera spagnola che si è fatto consegnare da un commissario nel giro d’onore. La FIA proibisce espressamente ai piloti di “raccogliere oggetti lungo il percorso”. Però alla fine non se l’è sentita di applicare sanzioni. E si è salvata la faccia.
Le strategie. Pirelli prevedeva che la tattica vincente fosse a tre soste. Invece Alonso ne fa quattro. Raikkonen con uno stop in meno non lo acchiappa. Resta controverso l’aspetto delle gomme: dopo 20 giri i big erano già alla seconda sosta. Hembery ammette: “Siamo stati troppo aggressivi con le mescole, forse le dobbiamo cambiare”. E Vettel che arriva quarto fa volare parole di fuoco all’indirizzo della Bicocca.
Quelli che il sabato. Fortissimi in qualifica, modesti in gara. Rosberg e Hamilton sono praticamente due chicane mobili. Dalla prima fila finiscono sesto e dodicesimo: la Mercedes con le nuove hard soffre anche più di prima perché entra troppo presto nell’intervallo di esercizio della mescola; e di conseguenza troppo presto ne esce.
Cose che non t’aspetti. A dieci tornate dalla fine della corsa, il giro record che resta imbattuto fino alla bandiera a scacchi lo mette a segno Esteban Gutierrez in 1:26.217, oltre 4 decimi sotto il miglior crono di Alonso. Per i bookmakers valeva 300 volte la posta.
Ansia da pit-lane. A Giedo van der Garde non viene serrata la posteriore sinistra che si sfila alla curva Campsa: la Caterham si becca 10 mila euro di multa; in Cina lo stesso episodio alla Red Bull era costato la metà. Il giudizio omogeneo resta un’utopia. Barcellona in tema di errori ai box offre anche un tamponamento idiota di Hulkenberg a Ricciardo.
Fiat lux. Riedel Communications e la FIA hanno impiegato quattro gare per ripristinare telemetria e segnalazioni luminose nel cockpit dopo che nelle prime quattro gare della stagione le avevano disattivate per via di una serie di bug. È rimasto irrisolto però il problema coi quadri luminosi alle postazioni dei commissari.
Evo a metà. Nel pacchetto di evoluzione della MP4/28 doveva esserci anche un nuovo alettone anteriore. La McLaren alla fine non l’ha impiegato. Rivela Martin Whitmarsh: “Non eravamo sufficientemente sicuri che rispettasse le regole e quindi non abbiamo voluto rischiare”. Da quest’anno la normativa sulla flessibilità delle ali è diventata più stringente.
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