Pirelli indurisce la mescola hard. Ecco come cambia la finestra di esercizio
venerdì 10 maggio 2013 · Tecnica
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Prima di Shanghai la televisione tedesca lanciava un sondaggio sull’impatto del fattore Pirelli: “Quarantamila risposte. L’80 percento dei fan – commentava Paul Hembery su Twitter – gradisce quello che stiamo facendo”. Le squadre invece fanno ancora pressione per ottenere la ridefinizione delle mescole.
Un punto i team l’avevano messo a segno in Bahrain con la modifica dell’allocazione delle gomme. Un altro lo marcano adesso in vista del Gran Premio di Spagna. E la conquista è anche più significativa perché a valle della corsa di Sakhir – dove si erano addensate altre nubi sul rendimento e soprattutto sull’affidabilità dei pneumatici – Pirelli interviene direttamente sui compound, fa un passo indietro e rimodula la mescola hard, quella con la banda arancione.
Hembery minimizza: “L’avevamo fatto già due anni fa, proprio in occasione del Gran Premio di Spagna e proprio con le gomme hard”.
Il contesto comunque oggi è diverso, perché smantella la linea tecnica che Pirelli aveva impostato per il 2013, dal momento che la Bicocca puntava su gomme globalmente più morbide rispetto al 2012 e invece adesso sotto pressione ripristina una mescola più dura per allungare gli stint di corsa.
Dal punto di vista tecnico la modifica del compound si riflette sulla finestra di esercizio: la gomma dura che Pirelli aveva previsto all’inizio dell’anno doveva lavorare in un intervallo tra 110 e 135 gradi; la nuova mescola rende già a 100 gradi però conserva efficienza in un intervallo più ampio. Quindi la perdita di prestazioni è meno mercata.
Sempre a Barcellona debutta nelle libere un prototipo extra di mescola dura su cui Pirelli vuole indicazioni da parte delle squadre. All’inizio la Federazione voleva che la sperimentazione fosse riservata ai team che mandassero in pista un pilota debuttante. Poi invece il clima di incertezza ha suggerito che la valutazione fosse estesa a tutti.
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