McLaren impazzisce in galleria del vento: come la Ferrari un anno fa
giovedì 9 maggio 2013 · Tecnica
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Se n’è occupato Tim Goss, dal momento che Paddy Lowe ha già la testa a Stoccarda e ufficialmente è interdetto da ogni operazione di sviluppo. Praticamente la McLaren per Barcellona ha sfornato una versione B della MP4/28. E l’ha fatto a tempo di record.
Nel 2011 il reparto tecnico già si era spinto troppo oltre con il concetto degli scarichi avanzati. Ci rinunciò in extremis, a quattro giorni dalla partenza per Melbourne. Pure stavolta la causa che costringe Woking alla rincorsa tecnica si nasconde nel retrotreno.
Jenson Button nella prima giornata di test a Jerez aveva fatto il miglior tempo e aveva spaventato la Ferrari. E non c’entravano né il carico di benzina né la mescola delle gomme. La verità è emersa dopo nell’intervista di Adam Cooper a Martin Whitmarsh, perché per un’inversione nel montaggio delle sospensioni il telaio viaggiava con il baricentro troppo basso a rischio usura del fondo piatto.
A Melbourne si è aperta la crisi: “Il compito è facile, ma non vuol dire che sia semplice. Quello che ci manca – diceva Martin Whitmarsh – è trovare velocità e ritmo”. Quindi rivoluzione. E si parlava anche di mettere da parte la MP4/28 e tornare al telaio del 2012.
Secondo il sito di Autosprint, la McLaren soffre per via di una ripartizione errata di carico aerodinamico, “troppo dietro e poco davanti, per cui va in crisi in frenata”. Perciò nella pausa di Pasqua tra Malesia e Cina il reparto tecnico di Woking ha disegnato daccapo il posteriore dell’auto. Ma ha salvato lo schema del pull-rod anteriore che dalle prime valutazioni sembrava fosse l’origine del male.
A Barcellona debuttano tutte le altre novità che il team non aveva fatto in tempo ad approvare. Però Button e Perez non ci credono molto. E Jonathan Neale ammette che la McLaren sta facendo i conti con un problema di correlazione di risultati tra galleria del vento e pista. La stessa grana che l’anno scorso aveva condizionato la corsa della Ferrari.
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